Il weekend della Superbike a Cremona era cominciato con un dito medio alzato che ha fatto il giro del mondo, rifilato da Danilo Petrucci a Remy Gardner che lo aveva disturbato nel time attack. Con tanto di polemica successiva di Petrucci che definisce “stupido e inspiegabile” l’atteggiamento dell’australiano e Gardner che risponde così: “vorrei che la mia fidanzata pensasse a me quanto Petrucci”.
E’ stata solo la premessa di un sabato che poi è cominciato a polso destro ruotato per tutti, con una prima fila tutta italiana. Quasi a ricordare che ok la MotoGP a Misano, ma tra le derivate di serie c’è un mondiale ufficialmente riaperto, con piloti di casa che fanno la voce grossa e un circuito che per la prima volta è entrato nel giro di un mondiale. Roba, per gli appassionati, da sognare la clonazione per non perdersi niente di un fine settimana che tra Misano e Cremona si annuncia da straccio di licenza.
E cosa che resta sempre uguale? C’è: la Ducati davanti a tutti. Tre in prima fila in MotoGP e tre in prima fila in Superbike. Solo che tra i prototipi due sono ufficiali (Bagnaia in pole e Bastianini terzo) e una (Martin) no, mentre a Cremona è l’esatto contrario: una ufficiale e due private. E senza spagnoli tra i piedi, visto che la voce grossa della prima volta a Cremona l’hanno fatta Nicolò Bulega, che adesso è ufficialmente il pilota di riferimento del Team Aruba, con Andrea Iannone appena dietro e un Danilo Petrucci che sembra carico a pallettoni terzo. Solo che proprio Danilo Petrucci, a causa di quel dito medio alzato, è stato raggiunto dalla scure del politicamente corretto che impera anche in Superbike e dovrà partire sesto.
Il passo gara, però, racconta di un Petrucci in grado di giocarsela con i primi della classe, soprattutto in un fine settimana in cui Toprak Razgatlioglu è dovuto restare fermo a causa del brutto infortunio rimediato a Magny Cours e che rischia di compromettere seriamente la strada verso un titolo mondiale che per lui e BMW sembrava già messo in tasca.