Nel giro di una settimana Dorna ha annunciato, ufficialmente, l’introduzione dei GP del Kazakistan e dell’India a partire dal 2023, rispettivamente sui circuiti di Sokol e Buddh. Buone notizie, almeno per gli appassionati: nuovi circuiti, più persone coinvolte nello sport, condizioni climatiche e d’asfalto a mettere alla prova i piloti. Per Dorna significa vendere più diritti televisivi e farlo in mercati con grande potenziale di crescita, al punto che c’è da chiedersi quando tornerà il GP della Cina. Aggiungere nuovi appuntamenti al calendario però significa dover rinunciare a qualcosa: piloti, team e meccanici vivono a ritmi folli e aumentare ulteriormente il loro carico di lavoro significa mettere in crisi il paddock.
Anche perché nell’ondata di rivoluzioni di quest’anno c’è anche la Sprint Race, che si traduce in un altro aumento dei costi per le squadre che dovranno mettere in conto più rischi, più cadute e, di conseguenza, più carene. Per questo ed altri motivi la MotoGP potrebbe progressivamente allontanarsi dalle tappe europee, con il GP d’Italia al Mugello più a rischio di altri. Di ufficiale, lo diciamo chiaramente, non c’è ancora nulla, se non delle dichiarazioni di Carmelo Ezpeleta sulla crisi di pubblico in Italia dovuta anche alle restrizioni post pandemia. Dopo il GP, in un’intervista agli spagnoli di motociclismo.es, aveva parlato così: “Stiamo ancora ricevendo molte richieste per fare dei Gran Premi ma, per quanto si parli di fare due Gran Premi in Italia, se non avranno successo non ne faremo due. In Italia si disputano due Gran Premi perché entrambi funzionavano, perché influenzano la presenza di tante squadre italiane nel paddock… Ma bisogna avere un pubblico. Non ho intenzione di eliminare uno dei Gran Premi di Spagna che sono sempre pieni, o quasi, per farne uno in Italia che non sia pieno”.
In parole povere, eliminare un GP in Spagna è fuori discussione e l’unica altra nazione che ospita più di un appuntamento è la nostra. Ezpeleta ha appena cacciato dal paddock la storica Clinica Mobile fondata dal Dr. Costa (qui la nostra intervista) per cedere quello spazio ad un’organizzazione spagnola e, probabilmente, eliminare un GP gli riuscirebbe senza troppi sentimentalismi. Anche perché Portimaõ, altro appuntamento che nel 2022 ha vissuto una crisi di pubblico e che di conseguenza potrebbe essere a rischio, aprirà il calendario del prossimo anno e non è quindi in discussione. L'aggiunta di un Gran Premio (ora in calendario ci sono 21 appuntamenti) e l’assenza del GP della Finladia hanno aumentato di un paio di domeniche, ma in futuro saranno buone possibilità che Dorna decida di togliere una gara all’Italia. Che in MotoGP ci siano due costruttori italiani e una lunga schiera di piloti, evidentemente, è irrilevante. Almeno per loro.
Aggiornamento - Dorna ha cancellato il GP di Aragon
A tre ore dall'annuncio ufficiale del GP d'India, Dorna ha comunicato il calendario provvisorio per il 2023. Non è il GP d'Italia al Mugello a saltare, ma quello al MotorLand di Aragon, uno dei quattro appuntamenti spagnoli (assieme a Jerez, Catalunya e Valencia), nonché terra di Marc Marquez in cui si correva dal 2010. Il nuovo calendario rinuncia quindi ad una gara europea per portare il campionato più a lungo in Asia, che fino a qualche anno fa si limitava al celebre trittico d'oltreoceano composto da Giappone, Australia e Malesia. L'unica certezza, ad oggi, è che la MotoGP 2023 sarà qualcosa di inedito.