“E pensa che questo vota pure”: puoi sentirlo al supermercato, leggerlo sui social o magari soltanto pensarlo, il tutto mentre l’astensionismo diventa il partito più amato dagli italiani. Che poi è il motivo per cui ci piacciono le corse: un po’ di leggerezza è importante, in tempi cupi come questi anche di più. Il paddock è un piccolo mondo, le corse hanno le loro logiche e quasi sempre vince il più bravo. Cosa succederebbe invece se gli americani di Liberty Media decidessero di esportare un po’ di democrazia anche in MotoGP, magari in nome dello spettacolo? Beh, la grande domanda dell’ultimo mese avrebbe una risposta incontrovertibile: nel team Ducati ufficiale a fianco di Francesco Bagnaia ci va Marc Marquez.
A dirlo, un sondaggio proposto da Dorna a cui hanno preso parte oltre 114.000 persone. La domanda è posta direttamente: “Chi sarà il compagno di squadra di Pecco in Ducati nel 2025?”. Non viene chiesto ‘chi ci vorresti’, quanto piuttosto ‘come andrà secondo te’.
Così Marc Marquez vince il confronto con tanto di proverbiali percentuali bulgare: a vederlo vicino a Pecco sono il 57,40% dei votanti. Impressionante se consideriamo che Jorge Martín si deve accontentare del 23,56% (nonostante i 40 punti di vantaggio sugli altri due pretendenti), mentre Enea Bastianini prende un 11,90% delle preferenze e il 7,11% dei voti indica un quarto candidato.
Ora, in MotoGP la democrazia non c’è, tantomeno all’interno di Ducati Corse che è un’azienda e da azienda si comporta. Questi numeri però, come ogni sondaggio che si rispetti, hanno una loro valenza: quando Martín chiede a gran voce “Cosa ca**o devo fare ancora per convincerli a scegliere me”, i dirigenti di Borgo Panigale possono mostrargli questi numeri e rispondergli che, nel mondo dell’apparire di cui tutti siamo vittime, per avere la moto rossa devi essere amato come Marc Marquez. Il che può sembrare un ossimoro ma evidentemente non lo è affatto. Di certo se Ducati dovesse scegliere davvero l’otto volte campione del mondo le motivazioni sarebbero altre, a partire magari proprio dai titoli vinti in pista e continuando con i risultati già raggiunti fino a qui. Che il tiro mediatico abbia un grosso peso sulla decisione attesa per il Mugello tuttavia non è in dubbio.