Pedro Acosta non si smentisce mai, sia quando le cose vanno bene, sia quando le cose vanno meno bene. E anche oggi in cui il ruolo da protagonista l’ha giocato la gomma della sua GasGas, Acosta ha (involontariamente, si spera) trovato il modo di riportare l’attenzione sulla sua persona. Che ha fatto? Nel retropodio s’è lasciato andare a una imbarazzante sequela di rumorose eruttazioni (qui il video, con tanto di commento da maestro del disimpegno di Guido Meda). C’è da augurarsi che non sapesse che in quel momento lì – quello in cui i tre del podio vengono messi davanti alle immagini della gara - ci sono microfoni ovunque oltre che telecamere. Dicono sia segno di buona salute, ma fa schifo comunque. Ma tant’è: con Acosta bisogna sempre partire dalla fine, perché quando non tira fuori qualche battutaccia condita da parolacce nelle dichiarazioni, qualcosa di fuori luogo da far uscire dalla sua bocca lo trova sempre. Solo che questa volta non ha fatto molto ridere.
Eppure di cose da raccontare ce ne sarebbero state tante altre. A cominciare dallo strepitoso risultato fatto a Mandalika anche in relazione alle incredibili difficoltà con cui hanno fatto i conti tutti gli altri piloti KTM. “Sono riuscito a partire bene – ha raccontato ai microfoni di Sky – In alcune fasi mi sono anche avvicinato a Martin, ma a un certo punto ho capito che oggi era imprendibile. Ora sappiamo perché guida la classifica generale. Non è stata una gara facile, perché questo è un circuito davvero particolare e che nasconde molte insidie”. Un’analisi fredda, senza tradire emozioni, perché al momento di queste dichiarazioni Pedro Acosta sapeva che il risultato di oggi era sotto investigazione. Subito dopo la bandiera a scacchi, infatti, è stata riscontrata una violazione alla regola sulla pressione della gomma e per i commissari e i tecnici di Michelin c’è stato del lavoro da fare. Il tutto mentre Acosta saliva sul podio e si trovava “costretto” a festeggiare pur sapendo che avrebbe potuto toccargli una penalità di 16 secondi che lo avrebbe fatto slittare dal secondo posto al nono. Una penalità che alla fine non c’è stata, visto che è stato accertato che la pressione irregolare era dovuta a un problema al cerchio della sua RC16 brandizzata GasGas. Qualcosa su cui, insomma, il pilota e la sua squadra avrebbero potuto fare ben poco.
Risultato messo nel cassetto, quindi, per il giovanissimo fenomeno spagnolo e paura della beffa messa definitivamente alle spalle solo quando sul circuito di Mandalika era calato il sipario da un pezzo. “Oggi l'obiettivo era finire la gara – ha raccontato Acosta – il podio è inaspettato perché avevo già fatto due gare senza vedere la bandiera a scacchi. Oggi non importava arrivare secondo, quarto, quinto, dovevo solo finire. Penso che abbiamo trovato una buona costanza, ma ora dobbiamo vedere come migliorare, perché oggi non eravamo poi così lontani”. Non erano lontani lui e la sua moto, ma lo sono stati, e tanto, tutti gli altri piloti KTM e questo da un lato esalta il talento del giovane spagnolo, ma dall’altro preoccupa rispetto all’effettiva competitività di una RC16 che sembra essere andata in calare rispetto all’inizio della stagione. “Per me è importante essere davanti nel campionato KTM – ha tagliato corto – abbiamo trovato un set-up competitivo e naturale per me, che usavo all'inizio della stagione. Proviamo a continuare così ora che abbiamo le carte in regola per stare puntualmente in top five”.
Nessun cenno da parte di Acosta, quindi, alla rivoluzione che è in corso in KTM, con cambi di manager e tecnici per il 2025 e un assetto tutto nuovo sia per la squadra ufficiale, di cui farà parte, sia per quella satellite di Tech3, che non sarà più identificata con il marchio GasGas. Una rivoluzione in corso che oggi ha visto l’ufficializzazione di una notizia che MOW aveva anticipato già più di una settimana fa, con la notizia della separazione del marchio austriaco dal team manager Francesco Guidotti.