Juventus sul banco degli imputati. Meno 16 dal Napoli capolista. Gettati al vento 17 punti da situazioni di vantaggio. Qualificazione Champions a rischio. Mercato svalutato. Come i giocatori già in casa. Discutibile lettura delle partite e dei cambi in corsa. Infine, persa pure l’imbattibilità. Che non è un totem, ma era un alibi. Sotto accusa Thiago Motta (voto 4,5).
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La sfida al Maradona poteva rappresentare la svolta. E il gol (casuale) del vantaggio di Kolo Muani (6), riserva del Paris Saint-Germain in prestito, sembrava indirizzare la sfida. Macché. La Juve impresentabile della ripresa è stata travolta dalla banda di Antonio Conte (8), che l’ha ribaltata – e non solo nel risultato – con André-Frank Anguissa (7,5) e il rigore di Romelu Lukaku (7). L’ingresso di Dusan Vlahovic (8, ma sono i minuti che mancavano al 90°) è lo specchio di una Signora smarrita e senza identità. Incapace di reagire. Tradita da chi doveva garantirle il salto di qualità – Teun Koopmeiners, Douglas Luiz, Nico Gonzales (4,5 per tutti) – e da chi era una certezza – Andrea Cambiaso e Manuel Locatelli (5 a entrambi) -. L’infortunio di Gleison Bremer (s.v.), datato 2 ottobre ’24, non può più essere una giustificazione, se non hai ancora trovato una soluzione. Né puoi aggrapparti ai troppi impegni – largamente previsti – se hai messo ai margini della squadra Vlahovic, Nicolò Fagioli (6) e Danilo (7 alla carriera in bianconero).
La Juventus è a un bivio. Proseguire, costi quel che costi, nella rivoluzione (?) targata Motta o imprimere una svolta clamorosa per centrare l’indispensabile quarto posto? Il cambio in panchina sarebbe uno choc. Ma, quando in ballo ci sono centinaio di milioni, non si può andare troppo per il sottile. È il calcio, bellezza. E non puoi farci nulla.
Ride Conte e canta Napoli. Che guardano tutti dall’alto in basso. E non se la passa male nemmeno Giampiero Gasperini (7,5), che con il suo bomber Mateo Retegui (8) riemerge dal lago di Como, dopo l’ennesima prodezza di Nico Paz (8). Terzo posto blindato per l’Atalanta, che può ancora sognare.
Milan pazzo e furioso. È sotto 1-2 allo scadere contro il Parma a San Siro. Disperatamente all’assalto, segna due gol nei cinque minuti di recupero. Ma non basta. Theo Hernandez e Rafa Leao (4 a testa) sostituiti a fine del primo tempo. A fine partita rissa sfiorata tra Sergio Conceiçao (7), trattenuto a stento, e Davide Calabria (4). Il tecnico non aveva gradito, tra l’altro, la presenza, venerdì sera, dell’ex capitano al concerto di Lazza, insieme ai compagni Ruben Loftus-Cheek, Francesco Camarda e Theo. Di sicuro, tornano alla ribalta, ancora in negativo, i tre presunti ammutinati (Calabria, Hernandez, Leao) della breve stagione del mite Paulo Fonseca (6). Conceiçao sembra fatto di un’altra pasta. Tempi duri a Milanello.
Inter solida e spietata. Simone Inzaghi (8), alla duecentesima vittoria in serie A, ha chiari gli obiettivi e come ottenerli. Il redivivo Davide Frattesi (7), Lautaro Martinez (7,5), Denzel Dumfries (7) e Mehdi Taremi (6,5) firmano il 4-0 a Lecce. Il Napoli resta a tiro.
Il blitz della Fiorentina all’Olimpico risucchia la Lazio nella volata Champions. Cinque squadre - oltre ai romani e alla Viola, Juve, Milan e Bologna – raccolte in cinque punti per giocarsi un posto, forse due, nell’Europa che conta. Un altro mini campionato.
Triplete finale. Mischione in Coppa. Tutte in campo, mercoledì prossimo alle 21, per l’ultima giornata del girone di qualificazione della Champions. Diciotto sfide in contemporanea. Mai visto prima. Atalanta, Inter, Milan e Juve sognano l’accesso diretto agli ottavi per evitare il supplemento dei play off. Bologna ai saluti finali. Trappole disseminate ovunque. Si salvi chi può. Mercato alle strette. Ultimi sette giorni di mercato. Finora, i cosiddetti “colpi” sono stati gli scarti delle grandi d’Europa. Il già citato Kolo Muani e, via Manchester City, Kyle Walker (35 anni a maggio). Già a Parigi Khvicha Kvaratskhelia (8), anche Vlahovic e Cambiaso hanno le valige pronte. C’era una volta il campionato più bello (e ricco) del mondo. Ancelotti chi? Messo in discussione a Madrid dopo la pesante sconfitta (5-2) nella Supercoppa con gli odiati rivali del Barcellona, Carlo Ancelotti (9) ha alzato il sopracciglio e lanciato il Real in campionato. L’Atletico è staccato di quattro punti, il Barça ancora più indietro. Grazie anche a Kylian Mbappé (8), alla sua prima tripletta spagnola. Carletto è una sicurezza.
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