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Serie A, il recappone della 21^ giornata: il Napoli getta la maschera, l’inter non molla. E poi le bufere social, il calciomercato impazzito e…

  • di Claudio Minoliti Claudio Minoliti

20 gennaio 2025

Serie A, il recappone della 21^ giornata: il Napoli getta la maschera, l’inter non molla. E poi le bufere social, il calciomercato impazzito e…
Il Napoli getta la maschera. L’Inter non molla. La Juve mette le ali. Qual è il vero Milan? Romane all’inseguimento. Caos in coda. Il campionato non si fa mancare nulla, comprese le baruffe social e le lezioni di ornitologia (ma chissenefrega)

di Claudio Minoliti Claudio Minoliti

Si giocava Juve-Milan, ma la sfida scudetto era a Bergamo. Antonio Conte (voto 8) sa quello che vuole e come ottenerlo. È mister Wolf, risolve problemi. Al primo anno, poi si vedrà. Tre tiri, tre gol: Matteo Politano (6,5), Scott McTominay (7) e il fedele Romelu Lukako (6,5). Domata l’Atalanta di Giampiero Gasperini (5,5), al quale non bastano le prodezze dei migliori attaccanti su piazza: Mateo Retegui (8, capocannoniere del torneo) e Ademola Lookman (7). Il Napoli non può più nascondersi. E fare ricorso a tutti gli amuleti non può evitare di sognare il quarto scudetto. L’Inter, però, non ha nessuna intenzione di mollare lo scettro. Simone Inzaghi (8) non è tipo da distrarsi, nemmeno se l’avversario a San Siro è l’Empoli. 3-1 e tutti a casa. Resta l’asterisco della partita da recuperare con la Fiorentina. Tre i punti da recuperare agli azzurri. La sfida è aperta, la volata lanciata.

Romelu Lukaku Napoli Atalanta
L'esultanza del Napoli dopo il gol del 3 a 2 segnato contro l'Atalanta da Romelu Lukaku

Gli esterni d’attacco (come si dice oggi per indicare ala destra e ala sinistra) lanciano la Signora. Samuel Mbangula (7,5) e Timothy Weah (7) asfaltano il Milan e sembrano dar ragione a Thiago Motta (6,5). All’ultimo inventore del calcio non dispiace giocare senza centravanti, ma se c’è un vantaggio (doppio) da difendere è capace di piazzarti Manuel Locatelli (7,5) al centro della difesa. Finalmente! Sbottano i tifosi bianconeri. La zona Champions è a portata di mano. Mentre Sergio Conceição (6 di stima) non sa che pesci prendere e, soprattutto, che squadra ha in mano. Quella del primo tempo che spaventa la Juve con Rafa Leão (5) o quella pigra e svagata della ripresa, tradita per l’ennesima volta da Theo Hernandez (4)? Il mercato non può fare miracoli. Anche se ne serviranno al tecnico portoghese per portare il Diavolo nell’Europa che conta. Posto occupato (per ora, ma con merito) dalla Lazio di Marco Baroni (7), che si toglie definitivamente le scorie del derby e passeggia a Verona. Risale anche la Roma di Claudio Ranieri (7,5), che ha rianimato pure Paulo Dybala (7). Che è sempre un piacere (quando gioca) per chi ama il calcio. La lotta salvezza coinvolge otto squadre (comprese Venezia e Monza, le più staccate), se non dieci. Come dire, mezza serie A. E non è un buon indicatore per il livello tecnico del cosiddetto massimo campionato. Ma consoliamoci. Domani è già in campo la Champions. Atalanta, Juventus, Inter e Milan (in ordine di apparizione) sono in piena corsa per gli ottavi.

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Triplete finale. Impazza il calciomercato. Sogni e bisogni, bufale e campioni, nani e ballerine. Chi offre di più? Fino al 3 febbraio pronti bombe, petardi e miccette. Sentita in un tg nazionale: “Davide Frattesi sposta gli equilibri”. Sì, e Jude Bellingham l’asse terrestre. Calcio graffiti. In un’intervista alla “Gazzetta”, Rosario Lo Bello ha ricordato papà Concetto, il principe dei fischietti. Celebre la frase di Sandro Ciotti, storico radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”, dopo un Lazio-Milan 2-1 con un gol annullato per un inesistente fuorigioco del rossonero Luciano Chiarugi, che commentò in chiusura: “Ha arbitrato Lo Bello davanti a 80.000 testimoni”. La chiamavano Trinità. Davanti allo stadio “Old Trafford” di Manchester la statua “Holy Trinity” raffigura Sir Bobby Charlton, George Best e Denis Law, i tre Palloni d’Oro che fecero grande lo United alla fine dei Sessanta. L’ultimo a lasciarci, pochi giorni fa, è stato lo scozzese Law. Dalla storia (del calcio) alla leggenda. O viceversa.

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