Il Real Madrid nuota nell’oro. I Blancos di Spagna sono i primi al mondo a superare quota un miliardo di euro nella classifica degli introiti in una singola stagione. E vincono la Deloitte Football Money League, che forse non appassiona i tifosi (errore!) come la Champions, ma è la base di nuovi trionfi. Nella graduatoria della multinazionale britannica, dietro le Merengues, troviamo a debita distanza Manchester City, Paris Saint-Germain, Manchester United e Bayern Monaco. Nessun club italiano nella top ten. Bisogna arrivare al tredicesimo posto per trovare il Milan (397,6 milioni), che precede l’Inter (391), mentre la Juve (355,7) è scesa al sedicesimo posto.
Dal mitico presidente Santiago Bernabeu, che diede inizio all’epopea del Real con Alfredo Di Stéfano e Ferenc Puskás, a Florentino Perez, che dopo Cristiano Ronaldo ha portato nella capitale spagnola Kylian Mbappé e Vinicius Junior, continua la leggenda dei Los Vikingos. In campo e fuori. Detentori della Champions, comandano anche il torneo dei Paperoni. Determinante, oltre ai successi sportivi, la ristrutturazione dello stadio Bernabeu, un vero gioiello, che scrive Deloitte “ha catalizzato la crescita dei ricavi delle partite a 248 milioni di euro nel 2023/24, con un aumento del 103% rispetto all'anno precedente”. E spiega: “L'aumento è stato realizzato principalmente grazie alla commercializzazione delle licenze per posti personali, che hanno fornito un aumento di circa 76 milioni di euro, nonché alla vendita di nuovi posti VIP e all'aumento della capacità dello stadio a partire da dicembre 2023. Il club ha anche registrato un aumento del 20% dei ricavi commerciali (da 403 a 482 milioni di euro), grazie all'aumento del merchandising e alle nuove sponsorizzazioni delle maniche”. Mentre in Italia si discute da anni su San Siro (abbatterlo sì o no, ristrutturarlo) e si gioca negli stadi più inadeguati del Vecchio Continente. Il miraggio di nuovi impianti di proprietà attira gli appetiti degli investitori stranieri (solo mezza seria A è ancora in mani italiane), rimasti finora puntualmente al palo, impantanati nella burocrazia. E le magliette taroccate si trovano a pochi euro sulle bancarelle del mercato. Così, basta un’annata storta per scivolare in classifica e, soprattutto, incassare meno. Come la Juve, scesa di cinque posizioni, che paga la mancata qualificazione in Europa, un salasso alla voce ricavi tv, una se non la più importante fonte di ricavi.
Di sicuro, è sempre più difficile competere con società distanti seicento milioni e passa di euro. Basta un sostanzioso aumento di ingaggio e il campione di turno dimentica subito il bacio sulla maglia, pronto ad abbracciarne un’altra. Money, money, money. Capacità, inventiva, magie tattiche, accompagnate dall’italico Stellone, non possono più bastare.