Sorpasso al veleno. Como-Napoli 2-1, Inter-Genoa 1-0. Inter 57 punti, Napoli 56. E sabato al Maradona, ore 18, Napoli-Inter. È il primo match point. Sotto il Vesuvio si accende già la polemica per un mancato giallo al diffidato Henrikh Mikhitaryan (voto 5,5), mentre Antonio Conte (6) deve affidarsi a Philip Billing (5), all’esordio in maglia azzurra, per risparmiare André-Frank Anguissa (6) a rischio squalifica. Beghe da (italico) cortile. La realtà dice che i partenopei, se non in caduta libera, registrano una brusca frenata. Solo tre pareggi nelle ultime quattro sfide. La cessione di Khvicha Kvaratskhelia, l’infortunio di David Neres, un mercato col braccino corto e una panchina ancor più striminzita sono alibi, ma non giustificano il regalo di Amir Rrahmani (5), la crisi di Romelu Lukaku (4,5) e quelle che lo stesso Conte definisce “crepe mentali”. La coppia d’oro Nico Paz (7) – Assane Diao (7,5) rovina la gita sul Lago con vista Hollywood.

L’Inter non fallisce. Che poi faccia fatica a San Siro contro il rognoso Genoa di Patrick Vieira (7) ci può stare. Non è in un periodo brillante la formazione di Simone Inzaghi (7), che in stagione ha già disputato 37 partite, ma è in piena corsa su tutti i fronti. Ha ritrovato la solidità di Francesco Acerbi (7,5) e può contare sulla rabbia di capitan Lautaro Martinez (7), fondamentale quando si tratta di decidere partite sporche. Ha il vantaggio di giocarsi il match scudetto senza l’ansia della vittoria a tutti i costi. Una sfida anche sul filo dei nervi.
Occhio all’Atalanta, punti 54. Sabato alle 15 riceve il Venezia e non è un azzardo ipotizzare che possa godersi Napoli-Inter da prima in classifica. Si è sbarazzata dell’Empoli con una manita, firmata dalla doppietta di Ademola Lookman (8), il “peggior rigorista mai visto” secondo la definizione di Giampiero Gasperini (7). Non ha più le coppe, lo scudetto resta l’unico traguardo. Non è impossibile.
Risale la Juve, solitaria al quarto posto dopo il poker di vittorie consecutive. A Cagliari decide Dusan Vlahovic (7) che, nonostante le panchine, non ha perso l’abitudine di fare la cosa che gli riesce meglio, il gol. Semmai, è la formazione di Thiago Motta (6,5) a dover sfruttare tutte le occasioni per chiudere le partite e non lasciare in vita gli avversari fino alle fine. Ma siamo ai dettagli. La Signora ha lanciato la volata Champions. Sarà battaglia.
Sprofondo Milan. Atteso al riscatto dopo l’eliminazione in Champions, cade rovinosamente a Torino, vittima di errori e omissioni. L’autogollonzo di Malick Thiaw (4,5) in collaborazione con Mike Maignan (5), il rigore fallito da Christian Pulisic (5,5), l’ennesima distrazione del centrale tedesco che spalanca la porta al gol-vittoria granata. Certo, un pareggio avrebbe rispecchiato meglio l’andamento della gara, che era stata rimessa in equilibrio da Tijjani Reijnders (6,5). Ma è lo stesso Sérgio Conceição (5) a parlare di “errori da circo”. Mentre promette che sarà “giorno e notte a lavorare a Milanello”. Difficile che possa bastare per agguantare il quarto posto e guadagnarsi la conferma. Giovedì Bologna-Milan toglierà l’ultimo asterisco del campionato. E non solo.
Triplete finale. Terrore Viola. Moise Kean si accascia in campo, appena rientrato, dopo essere stato medicato per uno scontro di gioco. In panchina, Edoardo Bove si volta per non vedere. Momenti di paura. L’uscita in barella, la corsa in ospedale. Poi, il sollievo. Gli esami sono ok. Esordio col botto. Prima panchina in serie A e prima vittoria per Cristian Chivu (6,5). Il suo Parma nel 2025 non aveva ancora vinto. Ha battuto il Bologna, che non aveva ancora perso. I ducali tornano in corsa per la salvezza, dopo aver sacrificato Fabio Pecchia (7), l’allenatore della promozione. A proposito. Valzer delle panchine. Giampiero Gasperini ha annunciato che non rinnoverà il contratto con l’Atalanta. Conceição è a rischio e Motta non sta troppo bene. Conte frigge, Claudio Ranieri lascia. Sarà l’estate delle panchine girevoli. E Massimiliano Allegri, Roberto Mancini e Maurizio Sarri (non) stanno a guardare.
