Adesso siamo solo io e te, tu e io. Tra Pecco Bagnaia e Ducati viene quasi da immaginarsela così, nel box rimasto “orfano” di Marc Marquez a Phillip Island dopo l’infortunio di Mandalika, l’intervento chirurgico a Madrid e la lunga convalescenza che lo aspetta. Una sfortuna per il campione del mondo e per la stessa Ducati che, dopo aver già vinto tutto quello che c’era da vincere, avrebbe potuto trasformare queste ultime gare del 2025 in un lunghissimo test in vista del 2026 insieme al nuovo campione del mondo. Invece Marc in quel box non ci sarà e, stando a quanto dicono, sarà quasi impossibile anche vederlo a Valencia per il primo vero test con la nuova Desmosedici. Però, come dicono i vecchi saggi, non sempre il male viene per seminare il male e a volte ci sta pure che si possa trovare la forza di trasformare le sfortune in opportunità. E è esattamente anche quello che Ducati potrà fare da Mandalika in poi, proprio con Pecco Bagnaia che avrà il Team Lenovo tutto per sé.

Ok, ci sarà Michele Pirro a sostituire Marc Marquez, ma il collaudatore di Borgo Panigale è perfettamente consapevole del fatto che nessun collaudatore può mai viversela solo da pilota e che c’è sempre del lavoro da fare o da portare avanti per i piloti titolari. E’ lui stesso a riconoscerlo. “Arrivo a Phillip Island, forse uno dei tracciati più amati da tutti i piloti, per una situazione particolare – scrive infatti il collaudatore pugliese - Auguro a Marc di riprendersi al meglio il prima possibile, per onorare al massimo il titolo vinto in sella alla Desmosedici GP. Tornare a correre in MotoGP in Australia è sicuramente speciale, è una delle piste più belle e spettacolari. Sarà la mia settantesima gara nella Premier Class, un grazie a Ducati: sfruttiamo al meglio questo weekend di lavoro”.

Nel caso specifico il lavoro da fare potrebbe essere proprio quello di capire una volta per tutte quali sono le caratteristiche della Desmosedici GP26 che non mettono Bagnaia nella condizione di andare forte. Superare quei problemi significherebbe anche spazzare via una volta per tutte tutti i dubbi di e su Pecco Bagnaia, ma anche l’infinito chiacchiericcio che ormai si fa sul rapporto che c’è tra il campione italiano e la Ducati e su quanto sia pensabile davvero di poterli vedere ancora insieme oltre il 2026. Da una parte come dall’altra hanno sempre ribadito in ogni occasione possibile di non nutrire alcun dubbio l’uno verso l’altro e adesso che Pecco potrà avere tutta la Ducati per sé c’è l’occasione di raddrizzare una stagione. E non è, chiaramente, ai risultati che ci si riferisce, anche se c’è ancora un terzo posto in classifica generale da difendere. Chiudere la stagione avendo ritrovato il feeling significherebbe aver quasi vinto un mondiale per come si sono messe le cose quest’anno per Pecco Bagnaia e, soprattutto, significherebbe poter pensare di lavorare con maggiore fiducia al 2026.
In fondo, Pecco Bagnaia chiede solo una cosa: ritrovare le sensazioni di Motegi, l’unico circuito in cui s’è sentito veramente a suo agio con la moto in tutto il 2025. “Arriviamo a questa gara – afferma nel consueto comunicato stampa del mercoledì - dopo un weekend complicato, stiamo lavorando sodo per capire esattamente cosa è successo a Mandalika. L’obiettivo è tornare ad avvicinarci alle stesse sensazioni che avevamo in pista a Motegi. Phillip Island è un circuito spettacolare, lascia senza fiato soprattutto in sella ad una moto performante come la MotoGP. È davvero bello e regala gusto! Negli ultimi anni sono sempre stato veloce e costante qui, anche se la vittoria mi è sfuggita”.
