Non ha fatto in tempo ad andare in archivio il Gran Premio del Giappone che la Formula 1 è già tornata in pista in Bahrain. Ancora l’attività sul circuito del Bahrain non è iniziata, ma il media day ha già regalato azione e, soprattutto, problemi per un paio di protagonisti del circus. Primo su tutti Carlos Sainz, che mentre raccontava dell’incidente avuto poco prima della cerimonia d’apertura a Suzuka - con lo spagnolo che si è sentito male ed è arrivato cinque secondi in ritardo, per cui ha dovuto pagare alla Federazione 20.000 euro di multa - sovrappensiero ha pronunciato “shit happens”. “Le sfighe possono capitare” è il senso di quanto detto dal pilota della Williams, un’espressione che a prima vista non è nemmeno offensiva ma che potrebbe spedirlo dritto ai lavori socialmente utili come Max Verstappen nel 2024 - quando aveva usato proprio la stessa espressione durante il round di Singapore. Nel 2025 la FIA ha ulteriormente rinforzato la censura nel paddock, impedendo le parolacce a chiunque senza possibilità di fare ammenda, quindi si attende adesso la sentenza nei confronti dello spagnolo.

Insieme a lui e a Kimi Antonelli, che si è raccontato per filo e per segno ai giornalisti presenti in Bahrain, Fernando Alonso ha voluto fare chiarezza sul panico che si è generato dopo il Gran Premio del Giappone, una delle gare più insipide degli ultimi cinque anni. Infatti, sui social media è subito partito l’allarme 2020: siamo davanti a un’altra stagione noiosa? Il pilota dell’Aston Martin ha voluto dire la sua, puntando tutto sull’onestà: “La Formula 1 è sempre stata così; capita di vedere una gara dell’86 con un solo stop ed è bellissima da guardare. Ora si è sempre alla ricerca di qualcosa di più, che siano sorpassi o pit stop. Se si vuole quello ci sono tante altre categorie strepitose da guardare, non la Formula 1, che è bella così com’è”. E poi, puntando il dito come al suo solito, lo spagnolo aggiunge: “La soluzione secondo me? Meno media. Facciamo troppe conferenze e se ci aggiungiamo i fan forums, le interviste del venerdì, i social dei team e privati e tutte le cose post qualifica e gara. Moltiplicato per venti e aggiungendo i team principal forse direi che parliamo un po’ troppo”.

Chi invece parla forse un po’ troppo poco in questo momento è Mohammed Ben Sulayem, il presidente della FIA. Dopo i vari cicloni che hanno portato la Federazione Internazionale al centro dei dibattiti più volte dall’inizio del 2025, alla vigilia del weekend in Bahrain arrivano altri due punti di fuoco da aggiustare. Innanzitutto, la FIA non ha ancora firmato il Patto della Concordia, il documento che viene redatto insieme a Liberty Media e alle varie squadre per delineare la gestione dello sport e i suoi termini commerciali. Con Ben Sulayem assente ai primi tre appuntamenti della Formula 1, la Federazione non ha ancora firmato il contratto per via, si pensa, di scontentezza in termini finanziari.
Inoltre, proprio durante il primo giorno a Sakhir, si è dimesso il deputy president Robert Reid per via di "un crollo fondamentale degli standard di governance all'interno dell'organo di governo globale del motorsport", come riportato da Motorsport.com. Quindi è sempre la modalità di agire di Mohammed Ben Sulayem il problema, che secondo le parole di Reid non è un giusto leader per la FIA, in quanto agisce senza consultarsi e trascurando le opinioni di chi il motorsport lo vive in primis. George Russell, il presidente della GPDA (l’organizzazione dei piloti) ha subito preso posizione in difesa di Reid, puntando ancora il dito contro il presidente della FIA: “Sfortunatamente ogni volta che ci arrivano queste notizie non ci sorprendiamo. Dispiace vedere qualcuno che ha lavorato tanto per questo sport e si è guadagnato il rispetto di tutti andarsene”. E proprio come ha spiegato il pilota della Mercedes, ormai è difficile meravigliarsi delle notizie della FIA, attendendo con curiosità chi sarà il nuovo presidente a partire dal 2026.

Il pilota più cercato nel paddock invece è ancora Max Verstappen. Il vincitore del Gran Premio del Giappone arriva già con una grossa notizia: Helmut Marko, il consulente della Red Bull, ha annunciato a Krone Zeitung che il bambino dell’olandese dovrebbe nascere nei primi giorni di maggio, quando non ci saranno gare della Formula 1. Una notizia che rassicura i tifosi (già pronti a impanicarsi se il pilota della Red Bull avesse saltato una gara o a puntargli il dito contro in caso avesse preferito lo sport alla nascita del suo primogenito) ma che, conoscendo la riservatezza del quattro volte campione del mondo, da fastidio in casa Verstappen. Parlando di prestazioni però, Super Max ha voluto mettere subito le cose in chiaro: fare come a Suzuka sarà impossibile. “La vittoria in Giappone ci ha dato una grande carica, sia a me che al team. Adesso abbiamo vinto quattro volte di fila lì. In Bahrain però farà davvero caldo e per noi diventerà davvero complicato, perché ancora non abbiamo capito tutto della RB21 e facciamo fatica a sistemare gli pneumatici” ha spiegato Verstappen. E a far paura c’è sempre la McLaren, che è determinata a riprendersi la leadership il prima possibile.

