Da quattro anni il Manic Monday non esiste più. Il lunedì della seconda settimana di Wimbledon in cui si giocavano tutti, ma proprio tutti, gli ottavi di finale maschili, femminili e di doppio è stato abolito nel 2022 insieme alla Middle Sunday. Quella era l'altrettanto tradizionale domenica di assoluta tregua dal tennis: riposavano i fili d'erba lunghi 8 millimetri di Church Road, gli spettatori rilassavano collo e occhi per ventiquattr'ore, mentre i giocatori si concedevano uno stacco dall'All England Club per farsi un giro nel centro di Londra. Oggi lo Slam che più di tutti gli altri si genuflette al buon costume e alle usanze centenarie ha ceduto di fronte alle esigenze dello sport moderno. Metà ottavi di finale si giocano nella giornata che una volta era di religioso silenzio, gli altri si disputano in quel Monday che cantavano i The Bangles nel 1986: "È solo un altro frenetico lunedì, vorrei fosse domenica perché quello è il mio giorno di divertimento". Oggi Wimbledon si è uniformato al resto del mondo, dove domenica e lunedì si fondono, dove bisogna essere operativi sempre, dove il telefono va tenuto acceso costantemente e la televisione anche: creare slot, spalmare partite, piazzare più diritti, vendere più biglietti, spartirsi più soldi. Senza staccare mai. Senza smettere mai.

Nell'ultimo vero Manic Monday della storia - era il 2021 - Roger Federer vinceva l'ultima partita della sua carriera. Dall'altra parte della rete, sul Centrale ovviamente, c'era Lorenzo Sonego. Domani il torinese tonerà a giocarsi un ottavo di finale di Wimbledon nel lunedì più prestigioso del torneo. Scenderà in campo contro Ben Shelton (che quest'anno l'ha eliminato sia a Melbourne che a Parigi) reduce da una domenica di meritatissimo riposo, dopo aver sconfitto Brandon Nakashima in cinque ore e tre minuti di una partita troppo mirabolante per passare inosservata. La cornice - il campo 14 - l'ha resa indimenticabile: ai lati del rettangolo verde due tribunette con pochi posti a sedere, sufficienti per farci stare tre tifosi in maglia granata, quella del Toro. Tre signori composti ma coinvolti, che hanno tifato Lorenzo in maniera perpetua, misurata, sabauda. Così belli da meritarsi una squintalata di inquadrature della regia internazionale tra un punto e l'altro. Intanto persone a passeggio sui vialetti che costeggiano il quattordici si affacciavano, mettendosi in punta di piedi sulle panchine esterne al campo. Davanti a loro scampoli di un match eterno, cominciato sotto il sole e finito all'ombra dell'edera che avvolge il Centre Court. Lorenzo Sonego si è arrampicato con le unghie e con una tigna encomiabile sui pochi difetti (il gioco a rete) di un metodicissimo Nakashima, graffiandogli via cinque set point nel tie-break del secondo set, rimontando da un break di svantaggio nel terzo e nel quinto, firmando con due ace d'autore il super tie-break finale, ciliegine sulla torta di un tabellino che parla da solo: 6-7 7-6 7-6 3-6 7-6 (10-3).
Jannik Sinner a metà incontro non ha potuto fare a meno di buttare un occhio sulla partita dell'amico e ha finito per restare incollato allo spettacolo per altre due ore e mezza. Il cappuccio indossato per camuffarsi non l'ha mimetizzato dalla vista aguzza di Sonego, che quando l'ha notato ha alzato il pugnetto nella sua direzione: "Vedere Jannik in terrazza in un momento cruciale mi ha caricato tanto". I due si sono incontrati negli spogliatoi con Flavio Cobolli a fine giornata. Tutti contenti, tutti agli ottavi, ognuno ad alimentare l'entusiasmo dell'altro, consapevoli che sulle loro spalle pende una goduria italiana senza precedenti (mai avevamo avuto tre tennisti tra i primi sedici di Wimbledon). Si sono conquistati la seconda settimana londinese in maniera differente. Jannik ha quasi riposato contro Pedro Martinez e ha dichiarato che avrebbe sfruttato la sua Middle Sunday per lavorare. Flavio, battendo con una scioltezza da veterano la promessa Jakub Mensik, ha forse assestato la svolta decisiva della carriera (potrebbe entrare in top 20 a fine torneo). "Daje!" - ha esclamato con un sorriso brillante sui social, prima di pensare all'evergreen Marin Cilic. Lorenzo è andato a letto sparandosi in cuffia "Mia Madama", il singolo pubblicato insieme all'amico AlterEdo e dedicato a quella Torino che "fa battere forte il cuore più di una pallina/ che dal primo appuntamento è stata la preferita".
Sinner, Sonego, Cobolli. Contro Dimitrov, Shelton, Cilic. Rispettivamente sul Centrale, sul Campo 1 e sul Campo 2. Flavio a mezzogiorno, gli altri a seguire. Finiranno probabilmente per giocare in contemporanea. Finiranno per farci assaporare una sensazione che mancava da troppo tempo. Un qualcosa di molto simile al Manic Monday: non sai cosa guardare perché c'è l'imbarazzo della scelta. Sai solo di avere a che fare con un lunedì di luglio in cui Wimbledon resta un potentissimo antidoto contro la voglia di lavorare. Italiani in campo ad orario continuato. Così bene non l'avevano mai organizzata. La tradizione, anche quando viene accoppata, non muore. Si rivede in altre forme. Evviva.