Goran Ivanisevic sa cosa significa vincere Wimbledon. Lo ha fatto nel modo più romantico possibile, nel 2001, da wild card, quando nessuno ci credeva più. Da allenatore ha fatto la storia con Novak Djokovic, con cui ha lavorato, conquistando 12 dei 24 Slam vinti dal campione serbo. E anche se oggi segue Stefanos Tsitsipas, il legame con Nole resta forte: “Djokovic ha ancora tutte le carte in regola per vincere Wimbledon”, dice Ivanisevic alla Gazzetta dello Sport. “E non credo affatto che questa sia la sua ultima occasione. Se dovesse arrivare in semifinale con Sinner, non è detto che sia spacciato. È vero che Jannik lo ha battuto in Australia e al Roland Garros, ma qui si gioca su erba. E su questa superficie Djokovic sa esattamente cosa fare. L’anno scorso è arrivato in finale dopo un’operazione al ginocchio, perdendo solo da Alcaraz. È ancora il miglior giocatore sull’erba, ha esperienza e sa esattamente cosa serve. Per me, è il favorito”.

La finale del Roland Garros tra Sinner e Alcaraz, intanto, ha stupito anche lui: “Penso che non sia esagerato dire che sia stata la migliore finale della storia del Roland Garros. C’era tutto: tecnica, emozione, intensità. Non mancava nulla”. Ora Ivanisevic prova a riportare in alto Tsitsipas, fermo per infortunio, ma il confronto con i due dominatori del tennis è inevitabile: “Ci vuole tanto impegno. Io cerco di aiutarlo, ma deve metterci del suo. Non tutti possono essere Sinner e Alcaraz. I primi due posti del ranking sono blindati, bisogna voler davvero rimboccarsi le maniche per tornare su”. La nuova generazione, spiega Ivanisevic, non ha scampo: “Gli Slam saranno quasi sempre una questione tra loro due. Basti vedere cosa è successo a Zverev all’Australian Open: non ha avuto nemmeno mezza chance di giocarsi il titolo. Fino a che starà bene, Novak sarà l’unico a potersi inserire nei grandi tornei. Per quelli più piccoli, invece, c’è ancora spazio per altri”. Un passaggio, inevitabile, riguarda proprio Djokovic e i membri storici del suo team: Marco Panichi e Ulises Badio, preparatore e fisioterapista che Jannik Sinner ha deciso di sostituire alla vigilia di Wimbledon. “Conosco Marco e Uli, abbiamo sempre lavorato bene insieme. Sicuramente è una scelta strana, farla proprio prima di uno Slam che non ha mai vinto. A volte il successo in un torneo di questo livello dipende anche da piccoli particolari. Ma Jannik è un giocatore maturo, che sa quello che fa. Scopriremo solo a fine torneo se è stata una buona decisione oppure no”.

E tra i giovani che potrebbero in futuro provare a inserirsi tra i due dominatori, Ivanisevic individua un paio di nomi: “Penso che Mensik abbia buoni margini di crescita. Jakub è eccellente, anche se ancora un po’ instabile. Fonseca è fantastico, a partire dal suo atteggiamento in campo: gioca con la convinzione di poter essere il migliore. In alcune cose somiglia ad Alcaraz, non ha paura. Anche lui deve ancora imparare tanto, a partire dal servizio, ma gli serve esperienza”. Ma alla fine, chi sarà il migliore tra Sinner e Alcaraz? Ivanisevic non si sbilancia: “Difficile da dire. Per ora il bilancio è 5-3 per Alcaraz. Sinner è più costante, ma Carlos ha una striscia di cinque vittorie consecutive negli scontri diretti. Tutti match combattuti. Penso che i loro incontri saranno sempre sul filo, e negli Slam non ci saranno vittorie schiaccianti. I loro stili sono diversi, sarà sempre un match up interessante”.