La simulazione di Sprint Race (dieci giri consecutivi) srotolata dai piloti ufficiali Ducati alla fine dell'ultimo giorno di test di Sepang potrebbe suggerirci una conclusione al momento affrettata: Marc Marquez sul passo gara è già più veloce di Pecco Bagnaia. Il 93 ha inanellato passaggi interessantissimi sul piede dell'1'57"alto (ben sette sui dieci complessivi), mentre Pecco ha sfondato il muro dell'1'58" solamente due volte su dieci, facendo segnare sul finale di stint (decimo giro) un 1'58"662 che viene oscurato dall'1'58"272 registrato da Marc, il migliore in questa configurazione in cui ad avvicinarlo sono stati solamente il fratello Alex (anche lui sull'1'57"alto per larghi tratti) e Fabio Quartararo (straordinariamente costante nel puntellare i millesimi a cavallo dell'1'57" e dell'1'58"). Dopo questa infilata di numeri, tuttavia, ci sono diverse attenuanti da prendere in considerazione se si vuole tracciare un bilancio della primissima sfida a distanza tra Marquez e Bagnaia di rosso vestiti.
La prima, la più banale e lampante: se la simulazione gara va a Marc, in un'ipotetica qualifica la spunta Pecco, che nel time attack è stato più rapido del compagno di squadra di ben mezzo secondo. La seconda attenuante probabilmente è la più significativa: nella Sprint simulata al termine del day 3 malese, Marquez e Bagnaia non hanno girato ad armi pari. Borgo Panigale ha scelto di differenziare le strategie, mandando in pista il 63 con una configurazione di Desmosedici e il 93 con un'altra, con l'obiettivo di mettere tutto insieme (locuzione inflazionatissima nel motorsport ma che rende bene l'idea) per scremare la base ideale da cui partire nei test di Buriram di settimana prossima. Marquez è stato molto stringato in proposito, ammettendo di aver completato il long run con "l'aerodinamica 2024 e altre cose che non si possono vedere". Bagnaia invece ha concesso ai giornalisti diversi dettagli in più, svelando di essere sceso in pista con il telaio 2025 "mentre Marc provava altre cose", di aver riscontrato nella simulazione della Sprint vibrazioni all'anteriore simili a quelle che frenavano Martín all'inizio della scorsa stagione, con la differenza che adesso in Ducati conoscono la natura del problema.

Da qui arriviamo alla terza considerazione: mentre Marc sembra essere molto focalizzato sull'entrare in sintonia con la squadra nuova ("Col nuovo capotecnico Marco Rigamonti ci capiamo, ma abbiamo lavorato assieme solamente due giorni e l'intesa è ancora da affinare" - ha detto il 93) per arrivare pronto alla prima gara, Pecco dà la sensazione di avere più a cuore - almeno i queste giornate di test - il futuro della Ducati. Diverse volte ha sottolineato come la scelta tra il freno motore 2024 più permissivo in staccata e il propulsore 2025 più dolce in erogazione (una decisione definitiva tra le due specifiche dovrà essere presa breve, subito dopo i test thailandesi) condizionerà le prestazioni del team rosso per i prossimi due anni. In molteplici occasioni Bagnaia ha spiegato quanto possa essere difficile svezzarsi dalle componenti di una GP24 reduce da sedici vittorie su venti per arrischiarsi su una GP25 nata bene (soprattutto dal punto di vista motoristico), che potrebbe avere margine per superare il prototipo praticamente perfetto che l'ha preceduta. Potrebbe, condizionale in cui è insito il pericolo dell'incognita, mentre Alex Marquez e Franco Morbidelli a Sepang hanno confermato tutta la bontà della Desmosedici che ha vinto il titolo mondiale con Jorge Martín.

Per il momento, a guardare la cornice e non il quadro, è Pecco Bagnaia, che da campione maturo si è caricato sulle spalle le responsabilità del futuro di Borgo Panigale, mentre Marquez nonostante l'esperienza sembra essere più egoista, almeno nelle dichiarazioni: ha lasciato la Honda ed il Team Gresini per tornare a vincere il mondiale; vuole riuscirci entro il 2026, poi non sa cosa accadrà. In questo discorso fondato su mere impressioni, ci sono delle attenuanti anche per il 93, che è saltato dalla GP23 alla GP25 senza passare per la GP24 (quindi è lecito che la scelta del motore e di altre specifiche non rappresenti per lui un rompicapo come lo è per Pecco) e che in ogni caso si è spostato diverse volte nel lato di box di Bagnaia per confrontarsi, come testimoniano diverse immagini e svariate dichiarazioni rilasciate dal pilota di Chivasso. I due sullo sviluppo della moto collaborano, si parlano e marciano nella stessa direzione, come se all'interno del Team rosso la vera sfida non fosse ancora iniziata. E forse è proprio così: sarebbbe controproducente per Pecco e Marc sprecare energia in scaramucce nei test invernali. Meglio conservarla per il resto della stagione, quando i motori saranno congelati e gli animi, in un box largo venti metri e contenente undici titoli mondiali, diventeranno sicuramente più caldi. Per ora è uno zero a zero. La palla al centro in Thailandia, Buriram, nella prima domenica di marzo.