Ci sono tre italiani: uno fa il pilota di moto da corsa e vive a Terni, gli altri due sono designer del settore auto e vivono rispettivamente e Torino e in Svezia. Sembra l’inizio di una barzelletta, invece è l’inizio di una gran bella storia: quella tra Danilo Petrucci e i ragazzi di Dotto Creations, Francesco Iannuzzi e Gianluca Bartolini. “Erano miei tifosi e grandi appassionati di moto, anche se lavorano nel mondo auto – ci ha raccontato Danilo Petrucci – abbiamo iniziato un bel rapporto e creato qualcosa insieme, ma un giorno mi hanno fatto una domanda: come dovrebbe essere per te la moto perfetta? Da lì a metterci a farla veramente il passo è stato breve e, anzi, ne abbiamo fatte due. Ci sono voluti due anni per presentarle, anche se solo in virtuale, ma adesso ci siamo e nei prossimi giorni ci sarà una premiere a Milano.
Una si chiama Handyman, proprio come il soprannome dato a Petrux ai tempi della Dakar e dell’AMA Superbike, e l’altra, invece, si chiama NoveUnoSei. Entrambe sono state sviluppate su base Ducati, partendo da una DesertX e da una Panigale V46. Migliorare qualcosa che è già perfetto, quindi, in un caso per dare vita alla moto dei sogni di Petrucci e, nell’altro, per rendere omaggio a quella che tutti considerano la motocicletta più iconica della storia: la 916. E, poi, metterle entrambe davvero sul mercato, come pezzi pregiati di cui per il momento non si conosce il costo, ma che andranno inevitabilmente a posizionarsi in quella nicchia speciale che è un po’ a cavallo tra i mezzi meccanici e le opere d’arte.
“E’ stato un gran bel lavoro e una gran bella storia, perché i ragazzi di Dotto hanno saputo trasformare in concretezza tutto quello che mi passava per la testa. La prima idea di moto perfetta l’abbiamo avuta ormai due anni fa. Volevamo qualcosa che fosse adatto un po’ a tutto, con prestazioni anche in offroad, ma che risultasse bella anche da portare al bar, come si dice. E siamo partiti da una DesertX. C’è persino un sistema idraulico per riposizionare il manubrio in base agli usi che si vogliono fare”. Petrucci e la Dotto Creations contano di metterne sul mercato dieci esemplari, tutti super personalizzabili, con Francesco Iannuzzi e Gianluca Bartolini che raccontano: “Danilo ci disse: beh ragazzi, vorrei una moto da poter utilizzare tutti i giorni, ma che performi bene se volessi usarla per buttarmi fuori strada. E, ovviamente, vorrei che fosse sexy, non come una di quelle moto da zio”. Accontentato? Evidentemente sì: carenatura superleggera fatta di polimeri ad alte prestazioni e carbonio, manubrio interamente sviluppato e brevettato da Dotto Creations così come tutti i gruppi ottici e scarichi, sella, serbatoio, paramotore, paracoppa, parafango anteriore, parafango posteriore, manopole e molto di più ridisegnati dal nuovo.
Un lavoro pazzesco, che però sembra aver dato un gran gusto a chi lo ha portato avanti, tanto che Petrucci e i ragazzi della Dotto Creations hanno pensato di rilanciare prima ancora di aver portato a termine il primo progetto. E qui, anche se chi scrive è di parte per via dell’amore viscerale per le carenature e i mezzi manubri, è arrivato il capolavoro assoluto: la Noveunosei. Il nome dice già tutto sull’iconico modello a cui si ispira. E il resto, invece, ce l ha spiegato direttamente il Petrux: “Se pensi a una moto iconica pensi alla 916 e quindi è da lì che siamo partiti – ha raccontato – E’ stata anche la prima moto corsaiola che ho guidato. Come base da cui sviluppare il progetto, inizialmente avevamo pensato alla Panigale V2, ma poi abbiamo virato sulla V4S, che è la moto con cui corro in Superbike. E’ stata praticamente rivoluzionata, con richiami alla 916 evidenti, i fari squadrati e doppi sul davanti e gli immancabili scarichi sotto il codone. C’è persino una linea dorata che richiama il mitico telaio a traliccio”. Di NoveUnoSei, manco a dirlo, se ne produrranno sedici, con Francesco Iannuzzi e Gianluca Bartolini che spiegano: “Ci siamo ispirati agli elementi iconici presenti nella Ducati 916 e li abbiamo convertiti per fargli svolgere nuove funzioni: abbiamo trasformato i fari anteriori in prese d’aria che canalizzano il flusso d’aria al motore, sfruttando il punto con più pressione aerodinamica di tutta la moto. I fari sono stati riposizionati sotto il muso, nascosti poco sopra la zona radiatore. Il risultato è che forme iconiche e riconoscibili come quelle della 916 ora sono elementi tecnici che permettono di controllare e migliorare il flusso d’aria ad alte velocità. Nel posteriore, abbiamo colto l’occasione di reinterpretare tutto il codino: gli scarichi sono tornati nella posizione della Ducati 916, che è anche la posizione che hanno nelle Panigale in SBK, e sono stati ridisegnati con un tocco moderno. I fanali posteriori, squadrati e dal look vintage, tutto d’un tratto in Noveunosei tornano moderni, migliorando il look globale del posteriore. Inoltre abbiamo disegnato delle prese d’aria dietro la sella, ai lati, che convogliano l’aria verso la zona degli scarichi”.