Jannik Sinner è già storia. Anche senza toccare una racchetta, continua a collezionare record, confermandosi il riferimento assoluto del tennis mondiale. L’azzurro è arrivato alla quarantesima settimana consecutiva in cima al ranking Atp, agganciando un certo Ilie Nastase, il primo della storia a raggiungere la vetta con l’introduzione della classifica computerizzata. Un altro segnale di dominio, un altro traguardo che certifica il suo status: Sinner non è solo il numero uno, è il nuovo sceriffo del tennis. Anche se, per ora, è costretto a rimanere ai box. Con questa pietra miliare, Sinner diventa il 15esimo giocatore di sempre per numero di settimane al vertice della classifica Atp. Ma non ha certo intenzione di fermarsi qui. Sopra di lui ci sono ancora tanti giganti da superare e il prossimo obiettivo è già fissato: Andy Murray (41 settimane) e Guga Kuerten (43) sono i prossimi bersagli sulla strada dell’azzurro, che ha la certezza matematica di restare in vetta almeno fino alla fine di aprile, quando sarà vicino al rientro dopo lo stop per la vicenda Clostebol.

A quel punto Sinner sarà il tredicesimo tennista più longevo della storia in cima alla classifica, pronto a mettere nel mirino Jim Courier e le sue 58 settimane da leader. Mentre Jannik domina anche senza giocare, la vera domanda è: ma gli altri dove sono? In teoria, con il numero uno fermo, il momento sarebbe perfetto per chi insegue. E invece, i rivali sembrano smarriti, incapaci di approfittare della sua assenza. Il caso più emblematico è quello di Alexander Zverev, che dalla sospensione di Sinner ha letteralmente perso il filo, fallendo ogni occasione per vincere un torneo. Non solo non ha accorciato, ma non è nemmeno riuscito ad avvicinarsi seriamente alla vetta: il tedesco è secondo con 7945 punti, un’enormità di distacco rispetto agli 11.330 dell’altoatesino, che fino alla fine di marzo perderà solo i 1000 punti del titolo conquistato a Miami nel 2023.

Il messaggio è chiaro: per quanto Sinner stia facendo qualcosa di straordinario, la concorrenza sembra troppo indietro. Alcaraz cerca di crederci, Medvedev è sempre un’incognita, Djokovic è nel momento più difficile della sua carriera, e gli altri non sembrano nemmeno in gara. Jannik è già storia, ma la vera domanda è: siamo di fronte a un fenomeno irripetibile o a una generazione di avversari non all’altezza?