Quando entra in sala stampa Marco Bezzecchi sembra appena uscito dal bar. O, almeno, fa così se la moto gira, funziona, va forte. Con la Desmosedici GP23 ancora non c’è quell’intesa che aveva trovato con la ’22, ma il passo in avanti a Portimão è stato esagerato rispetto al Qatar. Vedi che le cose gli vanno bene anche perché Pecco Bagnaia, lì vicino, si mette a registrarlo col telefono, cosa che probabilmente non farebbe se Marco non fosse completamente sereno. Vederli così ci restituisce un po’ di nostalgia dello scorso anno, di quando si demolivano a vicenda ad insulti, trash talking, tutto molto divertente. A ben vedere più che nostalgia potrebbe solo essere impazienza perché ci sono buone possibilità che si ripetano.
Marco a Portimão entra direttamente in Q2, si qualifica sesto, poi però sbaglia in gara e chiude undicesimo: “La qualifica è stata positiva, sono abbastanza contento perché sono tornato ad essere abbastanza veloce, ho fatto dei tempi più simili ai primi e quindi sono soddisfatto”, ci racconta dopo la gara. “Nella Sprint ho fatto un errore in partenza, ancora sto faticando con sta caz*o di partenza, non riesco mai a farne tre o quattro di fila per bene, capito? Quindi mi si è subito impennato, ho perso molto in accelerazione e sono finito un pelo indietro alla staccata della 1. Quando sei in mezzo al gruppone ti può andare bene o male, a me è andata così. A quel punto sono finito indietro, ancora mi manca un po’ di confidenza per fare i sorpassi e le cose che mi riuscivano l’anno scorso, perché in frenata non mi sento fortissimo e sono un pelino in difficoltà”.
La verità è che potrebbe parlare tanto o poco, ma solo dalle imprecazioni che mette tra una frase e l’altra capisci che le cose gli stanno andando bene. Cosa che, comunque, conferma alla grade: “Ora mi sento meglio sulla moto, riesco a guidare un po’ più forte e quando sono da solo ho un passo discreto, non mi manca troppo rispetto ai primi. Non sono comunque vicinissimo però dai, due o tre decimi. Che comunque sono tanti perché è fatica toglierli, però non sono neanche troppi rispetto a come eravamo messi in Qatar o durante i test. Dove cambia? In staccata è un po’ diversa, ancora non ho tutta la confidenza che avevo per fare dei bei sorpassi: gli arrivo vicino, poi magari arrivo lì, mi si alza la pressione, torno indietro… poi torno lì, faccio un po’ di elastico… c’è da lavorare”.
Una domanda a Marco abbiamo pensato di fargliela comunque. Perché dopo i test di Valencia, quelli di Sepang e pure quelli del Qatar, andati in una scala compresa tra il male e il peggio, il primo GP dell’anno non ha aiutato. Momenti duri a cui, magari, un altro avrebbe potuto reagire diversamente, perché una Ducati GP24 nel Team Prima Pramac a Marco Bezzecchi era stata proposta. “No, no, non ci ho pensato”, risponde lui con una certa convinzione. “Alla fine ho preso la mia decisione e ne sono convinto, lo ero in quel momento e lo sono tutt’ora. E poi alla fine sarebbe bello crescere con le cose belle, ma si cresce sempre con le difficoltà. Bisogna cercare di fare un bel calderone, buttare tutto dentro e cercare di crescere”.
La crisi, a sentire lui, è passata. A vederlo in seconda fila anche. Ora, un po' alla volta, dovrà rimettere insieme i pezzi, magari in tempo per arrivare a Le Mans con l'obiettivo di ripetere la vittoria dello scorso anno.