È una storia che sembra uscita dalla penna di uno sceneggiatore, quella che vede Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale, al centro di un caso doping assurdo. Un cortocircuito di decisioni e retromarce che sta scuotendo il mondo dello sport, mentre l’altoatesino si prepara a difendere il titolo agli Australian Open tra incertezze e polemiche.
Un’accusa che non si chiude mai
Tutto inizia a marzo 2024, quando Sinner viene trovato positivo al Clostebol durante il Masters 1000 di Indian Wells. La contaminazione accidentale viene subito dimostrata, ma non impedisce al 23enne di vivere mesi di stress indicibili. “Ho passato notti insonni e ho avuto un malore durante Wimbledon”, ha ammesso, con riferimento alla partita persa contro Medvedev nei quarti.
A fine agosto, l’Itia lo dichiara innocente, ma a novembre la Wada decide di fare ricorso al Tas, chiedendo una squalifica fino a due anni. La decisione finale arriverà solo a febbraio 2025. E qui scatta la beffa: proprio mentre attacca Sinner, l’agenzia antidoping annuncia che dal 2027 le regole cambieranno per i casi di contaminazione come quello di Jannik. José Morgado, esperto di tennis, ironizza: “Curioso che facciano appello contro Sinner e poi cambino le regole”.
Solidarietà e critiche nel circuito
Non tutti sono dalla parte di Jannik. Nick Kyrgios, noto per la sua lingua tagliente, lo accusa di essere “favorito” perché numero uno. D’altra parte, campioni come Ilie Nastase sollevano dubbi sulla parità di trattamento: “Se fosse rumeno e non italiano, sarebbe già stato squalificato per due o tre anni”.
Il futuro incerto
Sinner, intanto, guarda avanti. A Dubai, si allena per arrivare al meglio agli Australian Open, dove cercherà di difendere i 2000 punti in palio. È già certo che resterà numero uno anche dopo il torneo, grazie al margine abissale che lo separa dagli inseguitori.
Ma il 2025 non sarà facile. Con quasi 12.000 punti da difendere e un calendario fitto, Jannik dovrà aspettare il verdetto del Tas per sapere se potrà continuare a dominare il circuito o se sarà costretto a uno stop che rischia di compromettere la sua carriera.
Un talento che non si ferma
Intervistato da Esquire, Sinner ha parlato del suo percorso e di come abbia imparato dai rivali: “Per battere Medvedev, ho dovuto allenarmi sul serve-and-volley. Novak Djokovic mi ha insegnato molto: perdere contro di lui ti sveglia. È come in calcio, quando giochi contro Ronaldo e capisci che devi prepararti meglio per la prossima volta. In tennis, però, hai più opportunità di rimediare”.
Un messaggio chiaro: al di là delle polemiche, Sinner continuerà a lottare. Ma la domanda resta: quanto può resistere un campione, anche a livello mentale come lui, in un sistema che sembra fatto apposta per metterlo in crisi?