Sono mesi che Sinner lotta contro il fantasma del doping Clostebol. Il suo caso dopo il ricorso della Wada, verrà valutato dal Tas di Losanna, eppure non è ancora nell’agenda del Tas, che ha pubblicato il calendario delle prossime udienze, fino all’11 febbraio senza che ci sia traccia di quella che riguarda l'azzurro. Nonostante non ci sia ancora una sentenza definitiva, però, sono in molti ad averlo attaccato e a ritenerlo colpevole, a parlare di “due pesi e due misure” solo per il fatto che lui è il numero uno al mondo. Ora, però, sembra che qualcosa stia cambiando e che la Wada, anche il seguito al caso di Iga Swiatek, la tennista polacca squalificata per un mese, oggi numero due al mondo, abbia deciso di cambiare il regolamento in merito. Infatti, in Arabia Saudita, il Comitato esecutivo e il Board dell'Agenzia mondiale antidoping hanno approvato all'unanimità alcuni cambiamenti sul regolamento antidoping, che diventeranno effettivi dal 1° gennaio 2027. Era fine novembre 2024 quando, a proposito della Wada, a parlare era stato proprio il direttore generale, Olivier Niggli che su Swiatek e Sinner, aveva aperto uno scenario molto utile nel valutare il caso dell’azzurro: “Oggi esiste un problema di contaminazione. Questo non significa che ci siano più casi del genere rispetto al passato, il fatto è che i laboratori sono più efficienti nel rilevare anche quantità infinitesimali di sostanza. Le quantità sono così piccole che ci si può contaminare facendo cose innocue. La verità è che sentiamo un sacco di storie e capisco l’opinione pubblica che può arrivare a pensare che assumiamo di tutto”. Forse si sono accorti di aver sbagliato nel fare ricorso?
La sfida del ritorno
Quello che cambierà dal 2027 è il concetto di “prodotto contaminato”, che sarà sostituito dal concetto di “fonte di contaminazione”, definita come “una fonte imprevedibile di sostanza proibita. Tra queste: l’ingestione di una medicina che contiene la sostanza proibita la quale non è specificata nell’etichetta o la cui presenza non può essere identificata con una ragionevole ricerca Internet”. Poi “la consumazione di cibo o bevanda, come per esempio carne o acqua contaminata, che contiene la sostanza proibita senza che ci fosse un avvertimento o altra comunicazione che notifichi la possibile presenza della sostanza proibita”. E ancora “l’esposizione alla sostanza proibita che era stata usata o posseduta da una terza persona, sia attraverso il contatto diretto dell’atleta con la terza persona oppure attraverso il contatto con oggetti toccati o maneggiati dalla terza persona; oppure attraverso contaminazione ambientale”. Questo caso sarebbe quello che ha riguardato Sinner, sempre se il fisioterapista Giacomo Naldi, “colpevole” di aver fatto risultare positivo al Clostebol Sinner per due volte agli Indian Wells, potrà essere considerato una “terza persona” anche se appartenente al team di Jannik. Sembra proprio un provvedimento ad hoc, difficile dire il contrario, ma non sarebbe meglio, allora, da parte della Wada fare un mea culpa e un passo indietro?