Il tennis maschile è in fermento, e gli Australian Open 2025 sono il palco ideale per mettere in scena rivalità emergenti e sfide generazionali. In primo piano, l’atteso scontro agli ottavi di finale tra Jannik Sinner e Holger Rune, due talenti che incarnano il presente e il futuro di questo sport. L’azzurro, numero uno del mondo e campione annunciato, ha incontrato il danese, un giocatore tanto imprevedibile quanto temibile, deciso a rivendicare il suo posto tra i giganti. Nel frattempo, per Lorenzo Sonego ecco Learner Tien, un altro nome della nuova ondata di baby fenomeni.
Sinner e Rune: uno scontro tra stili e psicologie
Jannik Sinner, reduce da una vittoria lampo contro Marcos Giron, arrivava al match contro Rune con un vantaggio non trascurabile: una freschezza fisica che potrebbe rivelarsi decisiva. Rune, infatti, ha già passato oltre 10 ore in campo, uscendo stremato dalle battaglie contro Zhang, Berrettini e Kecmanovic, l’ultima delle quali vinta al quinto set nonostante i crampi. Il danese, però, non è tipo da farsi intimidire. Anzi, la sua "arroganza agonistica" è un'arma psicologica: prima ancora di diventare una stella, Rune si sentiva già parte della nuova élite del tennis, accanto a Sinner e Alcaraz.
Ma è davvero così? I numeri raccontano un’altra storia. Mentre Sinner e Alcaraz hanno già collezionato sei titoli Slam, Rune fatica a confermare le promesse iniziali, tanto che il suo ultimo torneo vinto risale al 2023. Tuttavia, contro Sinner, Rune ha sempre giocato con coraggio, e i quattro precedenti – in perfetta parità – testimoniano l’equilibrio della sfida. Per vincere, il danese doveva puntare tutto sull’aggressività, accorciando gli scambi e rischiando di più. D’altra parte, Sinner è maestro nel mantenere il controllo e sfruttare le debolezze altrui, e al meglio dei cinque set il suo ritmo sarebbe potuto essere letale per un Rune già provato fisicamente.
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Rune, un talento in cerca di conferme
Holger Rune non è solo un avversario ostico, è anche un enigma. Dopo un 2024 da dimenticare, segnato da risultati deludenti e ben sei cambi di coach, il danese sembra deciso a riscrivere la sua storia. La sua vittoria su Kecmanovic ne è la prova: spalle al muro, Rune ha tirato fuori il meglio del suo tennis, trasformando una debolezza fisica in un’arma. "Gli piace vincere sporco", direbbe Brad Gilbert, e Rune lo ha dimostrato. Ma contro un giocatore solido e calcolatore come Sinner, può bastare? Il campo ha detto di no: Jannik ha vinto in quattro set nonostante ne abbia perso uno a causa di un evidente malessere fisico.
Sonego e Tien: un’altra generazione si affaccia
Nel frattempo, Lorenzo Sonego ha sfidato Learner Tien, un nome meno altisonante ma simbolo di una nuova ondata di talenti pronti a provare a insidiare i big. Dopo Joao Fonseca e Jakub Mensik, Tien (che ha eliminato Medvedev) rappresenta un altro giovane fenomeno che prova a inserirsi nel circuito maggiore. Sonego, esperto e in forma, doveva fare attenzione a non sottovalutare l’entusiasmo del suo avversario: non l'ha fatto e si è imposto, arrivando per la prima volta ai quarti di uno Slam.
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