Jannik Sinner non ha semplicemente vinto, ha cancellato Alexander Bublik dall’Arthur Ashe in 81 minuti con un triplo 6-1 che entra nella categoria “partite perfette”. Una demolizione tecnica e psicologica, così netta da spingere lo stesso Bublik, al momento della stretta di mano, a esclamare: “Non sono così scarso… sei pazzesco. Sei il GOAT, sei un’AI”. Una battuta che in realtà fotografa bene la sensazione lasciata dal match: la precisione e la continuità di Sinner sono sembrate generate da un algoritmo. La narrativa era gustosa: Bublik aveva eliminato l’azzurro a Halle in giugno, arrivava con 55 turni di battuta consecutivi tenuti nei primi tre turni a New York. Ma contro Sinner non è riuscito a respirare. L’altoatesino lo ha breakkato tre volte nel primo set e in totale otto volte, senza mai perdere la propria battuta. Strategia chiarissima: partenza lampo in ogni parziale, subito un break, subito avanti nel punteggio. Una lama che ha tagliato alla radice ogni velleità di drop-shot, smorzate e variazioni tipiche del kazako.

Il risultato? Una partita a senso unico in cui Bublik non è mai entrato davvero. Sinner ha imposto il suo ritmo da fondo con un ball-striking eccezionale, 24 vincenti e pochissimi gratuiti. La sensazione, confermata dalle analisi tecniche, è stata quella di una pressione costante: risposta profonda, palle accelerate, tempo ridotto. “Ho rotto il servizio molto presto in ogni set, mi ha dato fiducia anche al servizio”, ha spiegato Jannik, aggiungendo con fair play che l’avversario era affaticato dai cinque set del turno precedente. Più che un match, un manifesto: 8 break fatti, 0 subiti, triplo 6-1, dominio assoluto. In molti hanno notato che è stata la vittoria più rapida della carriera di Sinner in uno Slam, oltre che un segnale fortissimo nella corsa alla difesa del titolo. Con questo successo l’azzurro infila la 25esima vittoria consecutiva nei Major sul cemento, consolidando la sua dimensione da campione seriale. Ora lo attende Lorenzo Musetti, che si guadagna un derby nei quarti dal sapore storico. Da una parte l’azzurro che sta vivendo il suo Slam migliore, dall’altra un Sinner che contro Bublik ha mostrato la sua versione più irreale. “Generato con AI”, appunto: ma la realtà, per gli avversari, è ancora più dura da digerire.
