Se si accende la tv c'è. Se si scorre Instagram, c’è. Se si sfoglia una rivista o si guarda un cartellone in autostrada, pure lì: Jannik Sinner è ovunque. Ti vende pasta, banca, caffè, racchette, integratori e pure quaderni. Tipo la Settimana Enigmistica: dove lo apri, c’è. Ma stavolta il quiz è un altro: quanto guadagna davvero il campione altoatesino solo dagli sponsor?
Risposta: 50 milioni di euro. Non male per uno che, fino a qualche anno fa, era “quello magro con i capelli rossi che gioca bene”. Ora è il numero 1 del mondo, fresco di Wimbledon, testimonial di mezza economia italiana e - secondo, tra gli altri, La Gazzetta dello Sport - l’atleta perfetto per far innamorare mamme, figlie e pure nonni.
Il quotidiano ha messo nero su rosa le cifre: 16 milioni di euro fissi dai due sponsor tecnici top (Nike e Head). Poi altri 14 milioni dai partner “di famiglia”: Intesa Sanpaolo, Lavazza, Fastweb, De Cecco, Enervit, Roche Posay, Panini, Pigna. Tutti vogliono un pezzo del ragazzo d’oro. E con altri 20 milioni stimati tra bonus, show, e comparsate (tipo l’esibizione prevista a Riad), si arriva a ben più di mezza montagna di soldi.

Ma non finisce qui, perché nel backstage della pubblicità mondiale c’è anche Carlos Alcaraz, il rivale perfetto. Un po’ Nadal, un po’ tipo da TikTok. Anche lui giovane, vincente, fotogenico. Anche lui pieno di sponsor, sorrisi, e contratti firmati. Ha appena rinnovato con un colosso spagnolo, e secondo gli esperti il suo conto in banca è in modalità “caricamento infinito”.
Morale: mentre Nadal e Federer giocavano a tennis, Sinner e Alcaraz giocano anche a chi vale di più. È la nuova sfida dei tempi moderni, dove vinci Wimbledon ma intanto stai già chiudendo la prossima pubblicità. Lo spagnolo ha appena aggiunto alle partnership quella con Danone (in particolare con i prodotti ad alto contenuto proteico Hipro): ora Carlos è a quota 10 partnership per circa 32 milioni fissi annui.
Sinner, con i suoi modi da bravo ragazzo e il carisma silenzioso da killer elegante, è l’uomo giusto per far vendere tutto. È rassicurante come la parmigiana della nonna, ma con l’appeal di uno che potrebbe finire sulla copertina di GQ senza dire una parola.
E nel frattempo, noi comuni mortali continuiamo a chiederci: “Ma perché Sinner è in tutte le pubblicità?”. Fidatevi: ci sono 50 milioni di buoni motivi per esserci.
