Nemmeno quando il primo italiano della storia vince Wimbledon troviamo pace dalle polemiche. Di Jannik Sinner e quello che ha fatto in campo c’è poco da dire: leggendario. Il bersaglio polemico non poteva essere lui. Ecco quindi che ci si sposta a bordo campo, da Elena Pero, telecronista Sky da molti anni. Aldo Grasso ne parla sul Corriere della sera: “L’hanno criticata perché non fa il tifo per Sinner, perché si dispiace quando un avversario commette un errore, perché la telecronaca non è all’altezza, perché chi paga l’abbonamento a una pay tv ha diritto di dire che è inadeguata, perché stravede per Djokovic e Alcaraz, perché Clerici era un’altra cosa”. Ma chi sono i detrattori? I soliti “idioti da tastiera”, dice Grasso, che poi elenca i tre vizi capitali del telecronista: “il primo è che spesso, anche i più bravi e preparati, confondono la telecronaca con la radiocronaca. Non stanno mai zitti e si potrebbe seguire l’incontro a occhi chiusi. Non è il caso di Pero”. Il secondo riguarda proprio le critiche che sono state mosse alla telecronista: “Tifano per una squadra”. Invece anche “quando giocano le nostre Nazionali bisognerebbe non lasciarsi trasportare troppo dalla passione. Pero rileva gli errori dei nostri ed esalta i colpi ben riusciti degli avversari, o viceversa”. “Il terzo vizio è quello da gogna infernale. Il telecronista, invece di essere al servizio dell’incontro, pretende che l’incontro sia al suo servizio”. E questo “non mi sembra il caso di Pero”. Chiude con un p.s il suo pezzo per il Corriere: “Non c’erano autorità italiane a sostenere Sinner. Che non siano state invitate?”. Aldo Grasso però è stato anche intervistato dalla Gazzetta dello sport.

Anche lì si parte, inevitabilmente, da Jannik Sinner. Il tema viene però inquatrado dal punto di vista “socioculturale”. E il primo dato rilevante per Grasso sono le vendite delle racchette in aumento. Va ricordato che oltre a Sinner ci sono altri talenti: “Cobolli, Musetti, Paolini, Berrettini. È un momento molto fortunato, forse il più grande della storia del nostro tennis, sarebbe davvero un peccato non cavalcarlo”. Gli ascolti tv, di conseguenza, sono alti. Complice di quei risultati però è anche la monotonia di sport come motociclismo e automobilismo, “che sono da ‘giorno della marmotta’, sempre uguali, sempre la stessa cosa. Dovrebbero inventarsi qualcosa, anche televisivamente parlando, altrimenti rischiano di fallire”. Tornando a Sinner e al suo personaggio: “È molto interessante perché è qualcosa che fino a questo momento non avevamo mai visto: oltre a quello che alla sua età ci fa vedere sul campo, con quella freddezza e quel dominio di sé, ha ormai anche una bella padronanza dei discorsi, è simpatico e alla mano”. Ad ogni modo per Grasso il tennis di oggi, con “questi che vanno a 200 all’ora”, è meno divertente di quello del passato, che “aveva una bellezza che adesso non vediamo più”, “Panatta parla di pallettari, gente che gioca da fondocampo, e ha ragione”. Ma è anche vero che “quello che noi vediamo del passato è sempre il meglio, sono i colpi storici di giocatori storici”. Tra questi il più iconico è la discesa a rete, “un atto coraggioso che non fa più nessuno”. Inutile, comunque, rimanere attaccati alla nostalgia, “è tempo di cavalcare quest'onda vincente”, anche perché il numero uno è finalmente italiano.