Carlos Alcaraz non ha voluto perdersi lo spettacolo. Dopo aver superato Taylor Fritz in tre set e conquistato la finale di Wimbledon per il secondo anno consecutivo, lo spagnolo si è trattenuto sull’erba dell’All England Club per assistere da vicino all’altra semifinale: quella tra Jannik Sinner e Novak Djokovic. Un match attesissimo, risolto in poco più di due ore dall’azzurro, che ha liquidato il sette volte campione del torneo con un’autorità e una solidità sorprendenti. E Alcaraz, seduto in tribuna a pochi metri dal campo, non è rimasto indifferente: “Beh, sì, quella partita mi ha sorpreso un po’”, ha ammesso in conferenza stampa. “Vincere contro Novak è una delle sfide più difficili in assoluto. E farlo in modo netto è ancora più difficile. Ma il livello a cui sta giocando Jannik è altissimo, come sempre”. E ora la finale che il mondo del tennis aspettava da settimane è finalmente realtà: Alcaraz contro Sinner, ancora una volta. La replica della finale del Roland Garros, ma su un campo completamente diverso. Eppure, la posta in palio è la stessa.

“Jannik non cala mai durante le partite”, ha aggiunto Alcaraz. “È incredibile quello che riesce a fare su un campo da tennis. Ha una costanza, una tenuta mentale, una capacità di gestire ogni momento con lucidità che mi colpisce sempre. Vedremo, ma sì, oggi mi ha sorpreso un po’”. Soprattutto lo ha colpito un dettaglio: il modo in cui l’azzurro si muove sull’erba. “Scivola come se fosse sulla terra battuta, con entrambe le gambe”, ha spiegato. “È pazzesco. Il modo in cui si muove sull’erba è incredibile. Sarà una partita interessante, sicuramente diversa da quella di Parigi, ma con un livello altissimo da entrambe le parti”. Nonostante la vittoria al Roland Garros, Alcaraz respinge ogni ipotesi di vantaggio psicologico. “Avvantaggiato dopo Parigi? Assolutamente no, a dire il vero”, ha tagliato corto. “Quello che ha Jannik è la capacità di imparare da ogni cosa. È un grande campione. Impara dalle sconfitte, dalle partite, migliora dopo ogni match, ogni giorno. Sono certo che trarrà molti insegnamenti dalla finale del Roland Garros. Sarà più forte fisicamente, mentalmente, sarà preparato per dare il 100% domenica. Quindi no, non credo di avere un vantaggio mentale su di lui per quella partita”.

Alcaraz, che ormai non è più una promessa ma una realtà consolidata del tennis mondiale, guarda a Sinner come a un punto di riferimento generazionale: “Condividere i grandi tornei con Jannik, giocare le finali o arrivare alle fasi decisive dei tornei insieme, per me è grandioso”, ha detto. “Siamo ancora molto giovani. Spero che potremo continuare su questa strada nei prossimi 5-10 anni e diventare una rivalità che possa sedersi allo stesso tavolo di quei mostri sacri”, riferendosi, senza nominarli, ai Big Three che hanno dominato l’ultimo ventennio del tennis maschile. Dal primo confronto tra i due, proprio a Wimbledon tre anni fa, vinto da Sinner, a oggi, tutto è cambiato. E anche Alcaraz lo sa: “Da allora siamo cresciuti entrambi. Abbiamo lavorato, siamo migliorati, ci siamo sfidati tante volte. Ed è questo il bello: ogni volta che ci ritroviamo in campo, sappiamo che sarà un altro capitolo di una storia che sta ancora iniziando”.