Dopo aver fatto a pezzi conduttori, talk show, reality e perfino monologhi istituzionali, Aldo Grasso sposta il mirino sulla Federazione Italiana Tennis e Padel. E lo fa come sempre: senza diplomazia. Nel suo editoriale sul Corriere della Sera, il critico televisivo prende di mira Angelo Binaghi, presidente della FITP, e la sua idea di televisione sportiva “sociale”, lanciando accuse precise, dirette. Tutto parte dalla cronaca di un weekend sportivo ricchissimo. Grasso la riassume così: “Cominciamo da venerdì, quando Dazn ci ha regalato lo sprint finale del campionato di calcio, vinto dal Napoli. Per quasi tutto il primo tempo, i tifosi interisti hanno sperato nel sorpasso: alta suspence. Sabato e domenica Giro d’Italia (Rai2, Eurosport), MotoGP e GP Montecarlo (Sky), peccato per Leclerc”.

Poi arriva anche il Roland Garros, con “tanti italiani, con Jannik Sinner e Jasmine Paolini che partono tra i grandi favoriti della vigilia”. Il torneo è in diretta su Eurosport e Discovery+, visibili su Sky ai canali 210 e 211. E infine il titolo di Flavio Cobolli ad Amburgo, su Sky Sport Tennis. Grasso ringrazia: “Da amanti dello sport non possiamo che ringraziare queste emittenti che hanno fatto investimenti ragguardevoli pur di offrire ai loro spettatori e ai loro abbonati il meglio delle varie discipline”. Poi, però, arriva all’intervista a Binaghi. Il presidente della Federtennis si era sfogato sottolineando come fosse “una vergogna che solo pochi possano vedere una finale dei nostri ragazzi a Parigi o a Wimbledon. Si impedisce a chi non è ricco di poter prendere esempio, e magari indirizzare la propria vita positivamente. L’esclusiva tv è un enorme danno sociale, chiederemo sia stimato”. Ma Grasso ricorda “prima di chiedere anch’io i danni sociali, che Federtennis è proprietaria di un’emittente televisiva in chiaro (canale 64): perché SuperTennis non trasmette Roland Garros e Wimbledon in chiaro?” Secondo il giornalista, quindi, se la Federazione possiede già un canale televisivo nazionale, ovvero SuperTennis, perché non compra i diritti per rendere disponibili quei match a tutti? Se la battaglia è davvero sociale, perché non si agisce invece di lamentarsi? E soprattutto: chi deve davvero garantire l’accesso al tennis, se non la Federazione stessa?

Poi, la stoccata più personale: “Da ragazzo non avevo i mezzi per praticare il tennis: dunque, è stato impedito a chi non era ricco di indirizzare la propria vita positivamente. A chi devo chiedere i danni sociali? Alla Federtennis?”. Quello, però, che resta da capire è come mai Grasso abbia elogiato Sky e Dazn, due emittenti che fanno sì vedere gli eventi sportivi, ma a pagamento, e se la sia presa solo con Binaghi che, invece, aveva proprio sottolineato l’aspetto di disparità che comportano le pay tv. Anche perché SuperTennis non ha un abbonamento da sottoscrivere a differenza di altre piattaforme. Se si volesse, quindi, fare un discorso di opportunità sociale, allora andrebbero coinvolti anche i grandi colossi che però lui stesso cita come esempi positivi proprio all’inizio del suo discorso… Forse non abbiamo capito noi, o forse c'è qualcosa che non torna.