Nel paddock di Abu Dhabi c'era anche il numero uno al mondo. Sinner si è presentato a Yas Marina, nella mattinata di domenica, per assistere all’ultimo appuntamento della stagione con la Formula 1. Jannik alla fine dello scorso anno è stato nominato “Friend of Formula 1”, un ruolo da ambasciatore di spicco nella massima serie del motorsport per il numero uno al mondo, da sempre grande appassionato di Formula 1. Ha sventolato la bandiera a scacchi, ha girato con Leclerc in pista su una Ferrari stradale e, a proposito del rapporto con il predestinato, ha detto “Stare seduto accanto a Charles è stata un’esperienza unica. Ci messaggiamo, ma non ci eravamo ancora conosciuti di persona. Sapevo un po’ che cosa aspettarmi, avevo già girato a Fiorano ma non con lui. Incredibile il controllo che ha. Guidare io al suo posto? Non credo, è meglio che guidi lui”. Sia nel tennis che nella Formula 1 la parola d’ordine è velocità: “Significa libertà, conoscere i limiti, rispettare tutto, e divertirsi. Anche all’inizio sugli sci cercavo di andare il più forte possibile. E in macchina, naturalmente in pista: mi piace il suono del motore. E no, non ho paura, oggi me la sono goduta”, ha detto Jannik, che ha poi toccato un altro argomento molto importante, quello di Schumacher.
Quale è stato il primo Gran Premio che ha visto il tennista? “Già da bambino seguivo sempre la Formula 1, ma non ero mai stato a una gara dal vivo. Il primo ricordo è legato a Schumacher e quando ha avuto l’incidente sugli sci è stata una botta per me. Quell’episodio mi ha fatto capire che la vita può cambiare in un secondo. Mai dare nulla per scontato, bisogna vivere giorno per giorno, godersela con un obiettivo”, ha confessato. Per poi parlare di un altro grande pilota, Verstappen, colui che ha vinto il Mondiale piloti: “Ho parlato poco fa con Max, commentavamo alcune sue parole. Ha detto che non rincorre i record di altri piloti, perché lui ama anche stare in famiglia. Siamo atleti, ma siamo anche persone: amici e famigliari sono le cose più importanti. Io cerco di fare il meglio possibile nel tennis, da oggi riprendo la preparazione a Dubai, ma la penso come lui. Abbiamo fatto dei test per capire che tipo di preparazione fare, quali strategie usare. Dietro ci sono tanti sacrifici, ho soltanto 23 anni, non 27 come Verstappen e ho fatto solo questa stagione al top. L’obiettivo non è vincere soltanto per tre anni, ma essere ancora in gioco quando ne avrò 30. Questa stagione è stata incredibile, ma tutto può cambiare. Il mio futuro? Se mi guardo indietro, Wimbledon è il torneo dove ho lasciato più rimpianti. Avevo giocato molto bene fino alla partita con Medvedev. È andata così, il nostro sport è imprevedibile. Per l’anno prossimo vediamo, nessuno conosce il futuro”. Poi ha chiosato con un paragone: è possibile dire che Hamilton è come Alcaraz? “Hamilton ha più esperienza, difficile fare paragoni anche se sul campo, come in macchina, siamo soli. Ma la solidità e la costanza che ha avuto Max è impressionante”.