Un occhio al presente, mai così ricco, l’altro sul futuro manifestando la necessità di non fermarsi mai. È così che Stefano Domenicali parla della F1 che è e che sarà, ricordando come negli ultimi anni lo sport sia cresciuto a dismisura, raggiungendo gli obiettivi che avevano accompagnato Liberty Media ad entrare nel circus. C’era bisogno di aumentare il seguito della serie ed è stato fatto, ringiovanendo - allo stesso tempo - l’età media dei seguaci. Adesso, però, quegli stessi seguaci chiedono un cambio, forse in contrasto con il volere di chi la F1 la segue da anni.

“Lo dico in maniera un po' provocatoria, ovviamente, ma oggi le prove libere piacciono solo ai super specialisti, il grande pubblico è più interessato all’azione di un weekend Sprint” ha spiegato il presidente e amministratore delegato di F1 in una lunga intervista concessa ai colleghi di Motorsport.com. “Già il venerdì ci sono più argomenti da discutere e commentare, c’è una qualifica, si parla di performance, ma capisco che debba entrare nella cultura della F1”. Tutto fa pensare a una concezione nuova dello sport, seppur il manager imolese prometta che, nonostante la necessità di inseguire i nuovi trend, nessuna rivoluzione sarà realizzata, quantomeno non nell’immediato: “La direzione è chiara, posso garantire che tra pochi anni la richiesta sarà di avere tutti i weekend con lo stesso format, non dico che arriveremo come la MotoGP che propone la Sprint in tutti gli appuntamenti, per noi sarebbe uno step troppo grande, lo vedo più come un processo di maturazione che va portato avanti rispettando chi ha un approccio più tradizionalista”.
E, sempre a sentire Domenicali, è un cambio che sarebbe apprezzato dagli stessi piloti, invertendo il trend che li aveva caratterizzati per anni: “Posso dire che il loro approccio verso il format Sprint inizialmente non era favorevole (diciotto erano contrari e due favorevoli), oggi siamo all’apposto, ne abbiamo parlato durante la cena che abbiamo organizzato in Austria e tutti si sono espressi favorevolmente”. E, a sorpresa, tra i protagonisti a favore ci sarebbe persino Max Verstappen: “Ha ammesso che c'è un senso. Quindi, vedo un’evoluzione da parte di tutti”.

Una nuova concezione che, però, non si esaurisce solo riflettendo sul ruolo giocato dalle Sprint Race nel prossimo futuro. Sul tavolo ci sono anche altre valutazioni, come quella sulla durata delle gare stesse: “Crediamo che per i giovani siano un po’ troppo lunghe - ha aggiunto Domenicali - Stiamo vedendo su molti dei nostri canali che le sintesi riscuotono un grande successo, magari per noi che siamo nati con questo format va tutto bene così, ma c’è una grande fetta di pubblico che vuole vedere solo i momenti salienti. Oggi sta andando tutto molto bene, ma proprio per questo non dobbiamo sederci sugli allori ma pensare a quale sarà il prossimo passo da fare”.
Eppure, tra le considerazioni fatte da Domenicali non c’è solo il futuro del circus. Concentrandosi sulla stagione attuale, con Monza ormai alle porte, non poteva mancare un riferimento al 2025 di Kimi Antonelli, parso in difficoltà negli ultimi round: “Ha la stessa età di mia figlia e questo mi porta a guardarlo diversamente. Lo conosco da quando era un bambino, credo che abbia bisogno di capire che la F1 è un mondo dove diventi grande in fretta e dove le esperienze che puoi fare in un giorno valgono per anni”.
Un percorso a 360° che, per il CEO della F1, va al di là dei soli risultati e che vedrà i propri frutti già a partire dal 2026: “Sta maturando, per un carattere come il suo è importante sentire la fiducia della squadra così come la presenza della famiglia. Quando sei impegnato in una sfida come quella che sta affrontando non puoi pensare che tutte le cose vadano subito per il verso giusto, ma questa esperienza lo farà maturare molto in fretta e credo che vedremo un altro Kimi il prossimo anno, più consapevole di ciò che deve fare. I mesi che ha vissuto da Imola in poi valgono anni. Resto convinto che potrà avere una straordinaria carriera”.
Infine, con la F1 che fa tappa in Italia anche un out-out a Monza, ormai da anni in balia dei lavori di riammodernamento che tardano ad essere completati in toto. E sull’argomento Domenicali non fa sconti: “Monza sta correndo con un ritmo da mezzofondista, ma sarebbe necessario un cambio di passo. In tanti hanno sostenuto che l’Europa non è uno scenario nel quale si possono chiedere investimenti, ma l'Ungheria ha dato una dimostrazione pratica del contrario, riuscendo in un anno a fare un lavoro straordinario. Se dietro c'è un paese che crede nella F1 come opportunità di business, visibilità e turismo, credo che non ci siano scuse, si può fare”.
Infine, dopo aver allontanato un possibile rientro di Imola - “E’ giusto dare priorità a ciò che è necessario fare affinché il Gran Premio d'Italia possa svolgersi in una struttura adeguata al nome e alla storia che ha Monza” - una spiegazione senza fronzoli su cos’è richiesto all’autodromo per rimanere in calendario: “Sono stati svolti dei lavori, come i tunnel, ma adesso è necessario dare il via agli interventi per il pubblico, ovvero per coloro che vivono il Gran Premio come parte attiva. Ci aspettiamo, e ne parleremo nei prossimi giorni, che i lavori proseguano quanto prima. Spazi di manovra non ce ne sono più tanti, la pressione da parte di altri circuiti sta crescendo anche in Europa. Credo che sia giusto che Monza reagisca: c'è bisogno di partire con i lavori dall'8 settembre, ci sono una marea di cose che devono essere fatte perché c’è un contratto con scadenza 2031 che garantisce un futuro al Gran Premio d'Italia, ma ci devono essere tutte le garanzie del caso, senza chiacchiere ma con programmi definitivi e chiari”. Un messaggio forte e chiaro: la storia non basta più.

