Manca meno di una settimana alla fine della pausa estiva per la MotoGP: i piloti sono tornati ad allenarsi e il mercato, con tutte le probabilità, ha già trovato la sua strada, motivo per cui già dal giovedì di Silverstone pioveranno annunci e indiscrezioni decisamente vicine alla realtà. Nel frattempo, in un’intervista ai colleghi spagnoli di Motosan, Takaaki Nakagami - che potrebbe essere sostituito da Ai Ogura, ma anche tenersi stretta la sua sella in LCR per un’altra stagione - ha parlato dei limiti di questa MotoGP, dettati soprattutto dall’evoluzione tecnica: “Le moto hanno più carico, più ali, più aiuti... Mi ricordo quando sono salito su una MotoGP per la prima volta, era il 2018 e in quel momento non c'erano ali, aiuti, niente!”, ha ricordato. “Guidare era più semplice. Era più difficile perché dovevi avere molto feeling all'anteriore in accelerazione. Ora possiamo sfruttare molta più potenza in uscita di curva grazie all'aumento di grip e carico aerodinamico… Si va sempre più veloce, ma preferisco le sensazioni che si provavano prima, la vecchia scuola. Perché alla fine l'impegno del pilota veniva ripagato. Ora è diverso".
Un discorso questo che sono in molti a fare, non ultimo Marc Marquez, che vorrebbe moto libere dall’aerodinamica, senza abbassatori e con un’elettronica ridotta ai minimi termini. Anzi, secondo Alvaro Bautista è proprio a causa degli sviluppi di questi ultimi anni che l’otto volte campione del mondo ha perso competitività. “Grazie all'elettronica tutto è migliorato”, ha poi aggiunto Nakagami. “La moto, il motore, il grip… Nella maggior parte dei circuiti non hai problemi di impennata e personalmente non mi piace. Ora è completamente diverso. Ricordo che nel mio primo anno in MotoGP, uscendo da ogni curva ero nel panico. Non riuscivo a prepararmi per la prossima curva, non avevo tempo. La ruota anteriore era sempre per aria, dovevi buttare tutto il corpo in avanti per cercare di tenere l'avantreno a terra, ma allo stesso tempo dovevi subito prepararti alla frenata successiva... Ora premi il pulsante e basta... rimango seduto dove sono, non ho bisogno di muovermi. Capisco cosa intende Maverick (Vinales, che ha fatto un discorso simile, ndr.) È, come dire, troppo facile… La moto aiuta molto!” .
Marquez, Vinales, Nakagami e altri hanno le loro ragioni: le moto diventano sempre più tecnologiche, in questo caso anche meno armoniose. Ma un discorso simile lo fanno anche alcuni piloti della vecchia 500, che guidavano due tempi imbestialite in cui aiuti ed elettronica mancavano davvero, tanto che passare i primi due anni nella categoria in clinica mobile era una costante. Quindi sì, dirlo adesso fa sorridere, ma non solo: fa pensare al fatto che sarà sempre così, ci sarà sempre qualcosa di nuovo e qualcuno dirà che prima era più difficile, ma più bello. Eppure è sempre vera anche un'altra cosa: chi vince non si lamenta mai e, se una volta era più difficile, non ci si spiega perché i piloti del passato non stiano correndo oggi o, nel caso di Nakagami, perché non stiano vincendo le gare con tutta quell'esperienza. Bagnaia in MotoGP ci è arrivato nel 2019, senza tutta l’aerodinamica di adesso, eppure siamo pronti a scommettere che a lui le cose vadano benissimo così.