Michele Pirro compie 35 anni e festeggia da uomo Ducati, con la soddisfazione di aver trasformato la moto più difficile della griglia della MotoGP nella più competitiva e ambita dai piloti, al punto che il prossimo anno in pista ce ne saranno otto. Lo abbiamo chiamato per fargli gli auguri e farci raccontare la storia di passione che lo unisce da quasi 10 anni al marchio bolognese.
Ciao Michele, tanti auguri! Quando hai iniziato a lavorare con Ducati?
“Grazie... È un anno in più, ma sono contento. Ho cominciato a fine 2012, correvo con Gresini in MotoGP e Ducati veniva da due anni difficili con Valentino, c’era l’idea di cambiare e puntare sui giovani. Da lì è iniziato tutto”.
Qual è stata la prima Ducati che hai guidato?
“Eh, la Desmosedici GP12. Dal 2004 ho sempre fatto il professionista e ho sempre corso con aziende che facevano le moto. Poi sai, da giovanissimo non avevo la possibilità di guidare moto di un certo livello”.
Quante cose sono cambiate in questi anni?
“Credo che la soddisfazione più grande è che quando sono arrivato in Ducati la legge era questa: la moto la guida solo Casey Stoner e ci vince solo lui. L’obiettivo mio e degli altri ragazzi è stato quello di sfatare questo mito, rendere la moto guidabile per tutti i piloti. E ci abbiamo messo qualche anno, non è stato semplice, ma ci siamo riusciti. Chiaramente manca ancora l’obiettivo più grande, che è quello di vincere il mondiale. Io ho sacrificato la mia carriera dal punto di vista sportivo per la Ducati, ma loro hanno fatto tanto per me. Sia dal punto di vista umano che come pilota”.
Sei il pilota Ducati Corse per eccellenza.
“Ho fatto questo sport sempre con passione. E sono partito dalla Puglia, un posto in cui non c’era la cultura del motociclismo, e ho dovuto sgomitare tanto. Non sono arrivato in Ducati da prima donna, ma con l’obiettivo di mettermi in gioco. Mi sono messo a disposizione e piano piano abbiamo creato un gruppo. All’inizio, quando si pensava che potesse guidarla solo Stoner, per me fu un po’ un problema”.
Immagino. Anche perché tutto si può dire di Valentino ma non che non sia un’enorme talento. E dopo due anni in cui diceva che la moto non gira, è difficile…
“Aveva ragione! Per questo dico che chi arriva adesso in Ducati trova davvero un altro mondo, ma ti assicuro che a suo tempo è stata dura. C’è però un grande gruppo, tutto italiano, che lavora facendo squadra e con tanta passione. Dall’Igna, Ciabatti e Tardozzi sono le persone giuste e proviamo sempre a fare il massimo con le risorse che abbiamo. Si può fare sempre di più e cerchiamo sempre di migliorare, ma ci siamo tolti delle belle soddisfazioni. E nonostante oggi sia invecchiato di un altro anno cerco sempre di alzare il livello e di spostare il limite”.
Ti sei regalato un bel weekend per il CIV a Imola, nonostante il primo secondo posto dell’anno.
“Si, purtroppo la gara è finita quei due giri in anticipo e non sappiamo come sarebbe andata fino alla fine. Però sai, nella vita e nelle corse è così, ho fatto il primo secondo posto della stagione e ho vinto tutte le altre gare, quindi va bene! L’importante è essere veloci e competitivi, anche al Mugello con la MotoGP finché non ho avuto il problema al cambio ero nei primi nove e proverò a fare il massimo anche a Misano a settembre. Ma l’obiettivo più grande rimane il mondiale”.
Su chi punteresti fra i tre piloti Ducati in corsa per il titolo?
“Sicuramente sono tre piloti con caratteristiche diverse. Zarco ha l’esperienza ed è veloce, Miller - lo sappiamo - è un cavallo pazzo capace di sorprendere e Bagnaia… se trova la continuità giusta potrebbe essere un bell’asso nella manica. Diciamo che quest’anno la cosa importante è che lo vinca uno di loro! (ride)”.
Oggi è il tuo compleanno… facciamo un gioco. Ti dico 5 piloti e tu scegli un regalo che potrebbe farti ognuno di loro. Partiamo da Marc Marquez.
“Con Marc ho corso in Moto2 (ride). Mi piacerebbe avere il modo che ha di giocare con qualsiasi mezzo. Ha un controllo del mezzo spaventoso”.
Valentino Rossi.
“Beh, la carriera che ha fatto! Vale ha cambiato la storia del motociclismo, ha un modo di essere che fa appassionare al motociclismo la gente più impensabile”.
Fabio Quartararo.
“Mi piace molto il modo che ha di affrontare la frenata. Non vuol dire che Marquez faccia peggio, ma la compostezza di Fabio nel rallentare la moto fino all’ingresso in curva è pazzesco”.
Pecco Bagnaia.
“Ha un controllo sulla gomma anteriore in frenata che ho visto fare solo a lui. Fa questa manovra in cui riesce a bloccare la gomma posteriore con angolo ed avere un feeling incredibile sull’anteriore”.
E da Miller? Lo stivale?
“(Ride) No dai… Miller è fortissimo nelle condizioni miste, per lui è come fosse asciutto.”
Ne vuoi aggiungere qualcuno?
“Beh, il pilota con cui ho passato più tempo è stato sicuramente Dovizioso. Andrea ha una meticolosità nell’affrontare qualsiasi cosa davvero incredibile. Poi Lorenzo… Un ragazzo davvero particolare, ma con un talento davvero cristallino. Quando riusciva a mettere tutto a posto era davvero bello da vedere”.