Il mondiale 2021 deve ancora cominciare, ma come sempre accade nel motorsport moderno, è proprio questa la fase in cui si programma la stagione successiva. Il 2022 della MotoGP sta già prendendo forma e tra certezze acquisite e possibili scenari potrebbero non mancare i colpi di scena
Le certezze acquisite
E’ stata la settimana dei fatti concreti ed è giusto, quindi, cominciare da quelli. Dorna ha praticamente chiuso gli accordi con quasi tutti i team satellite e la griglia resterà più o meno la stessa del quadriennio 2017-2021. I primi a firmare per la permanenza nel Circus sono stati Hervè Poncharal e Tech3, che in un colpo solo si sono garantiti per lo stesso lasso di tempo, fino al 2026, la fornitura delle moto da parte di KTM. Subito dopo, ad annunciare la firma è stato Fausto Gresini che, quindi, tornerà ad avere una squadra totalmente privata dopo l’esperienza da semi-ufficiale con Aprilia. Sono seguiti, a ruota, anche i team Lucio Cecchinello Racing, Petronas SRT e Pramac. Resta fuori, al momento, solo la squadra Avintia eSponsorama, ma è risaputo che nel 2022 non sarà più MotoGP per la squadra spagnola che prenderà, ormai appare essere una certezza anche questa, i colori dello Sky Racing Team VR46. Le moto in griglia, verosimilmente, saranno quindi 24 e non più 22, perché Aprilia avrà una sua squadra ufficiale, al di là di eventuali accordi anche con una delle squadre private appena elencate.
Gli scenari possibili
Se gli accordi tra Dorna e i team privati sono stati sottoscritti, restano da definire, invece, quasi tutti i contratti per le forniture delle moto. E’ risaputo che Dorna concederà alle squadre satellite fondi per 7 milioni di Euro e di 1 milione di Euro alle case ufficiali per ogni due moto che forniranno ai privati. Soldi che, comunque, contrariamente a quanto accade per la Formula1, sono gli stessi per tutti e che quindi non sembrano inficiare particolarmente le varie trattative in corso. Quelle arrivate più avanti e ormai prossime all’accordo finale sono solo due e riguardano due conferme: il matrimonio tra Lucio Cecchinello e Honda, infatti, sembra destinato a proseguire almeno per il biennio 2022-2024, e stessa cosa per Ducati e Pramac. Più complessa, invece, la trattativa tra Yamaha e Petronas, perché nonostante le parti abbiano dichiarato di voler proseguire insieme, Razlan Razali e Suzuki si starebbero corteggiando ormai da mesi, con Davide Brivio che ha ammesso che, dopo la vittoria del mondiale, i dirigenti di Hamamatsu stanno seriamente pensando di raddoppiare gli sforzi, aprendo alla possibilità di avere in pista altre due moto. Se la livrea Petronas dovesse finire su due GSX-RR, allora Yamaha si affiderà quasi certamente all’esperienza di Fausto Gresini e della sua squadra per gestire le altre due M1 che saranno in pista. Per quanto riguarda Aprilia, appare improbabile che per il marchio di Noale possa esserci un impegno anche in un team satellite, poiché al primo biennio di vera e propria squadra ufficiale si tenderà a concentrare tutti gli sforzi su due sole moto e, soprattutto, su due soli piloti. E’ chiaro, quindi, che se ci saranno davvero 24 moto in griglia, un marchio avrà 6 moto e fornirà due team privati, come nell’ultimo quadriennio ha fatto Ducati. In quest’ottica, i primi a farsi avanti sono stati quelli di KTM, con Pit Beirer che ha già fatto sapere di essere pronto ad affiancare al Team Tech3 anche un’altra squadra. Tanto che qualcuno ha già azzardato l’ipotesi che saranno proprio gli austriaci a fornire le moto alla squadra che porterà il nome di Valentino Rossi (che però è in trattativa avanzata anche con Suzuki) e che nascerà dalle “ceneri” di Avintia.
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