Marc Marquez è, ancora una volta, il grande interrogativo della pausa invernale. Il fuoriclasse spagnolo, costretto a saltare gli ultimi due GP del 2021 e i primi test in ottica 2022, è da poco tornato in pista a Portimaõ (con Axel Bassani che ci ha raccontato l’incontro) per prepararsi ai test di Sepang del prossimo 5 febbraio. Marc ha parlato a lungo delle sue condizioni in una conferenza stampa a cui non avrebbe dovuto partecipare per continuare ad allenarsi (parole della Honda) e non ha trascurato un passaggio sulla dinamica dell’incidente: “La moto da fuoristrada è pericolosa, ma anche le stradali sono pericolose se non sei in un circuito da GP - ha spiegato lo spagnolo - Era un giorno come un altro, ho un circuito vicino a casa ed ero lì con un campione di enduro. Ho guidato 20 minuti, volevo fare altri due giri prima di andare via e in quei due giri ho fatto una specie di highside, sono caduto e ho sbattuto la testa, però ho ripreso a girare tranquillamente. In seguito sono andato a casa, ho fatto una doccia e solo dopo tre ore mi sono sentito male. Quando ho chiamato il medico mi ha detto di non farmi prendere dal panico e di aspettare”.
Una storia che spiegherebbe il clamoroso ritardo di HRC nell’annunciare l’infortunio, storia che però continua a non essere del tutto chiara. Max Temporali infatti, in un’intervista a MOW, ha raccontato di come il casco dell’incidente non sia mai stato riconsegnato al produttore: “Shoei, dopo il problema di diplopia, gli ha chiesto il suo casco come fa qualsiasi altra azienda. È una prassi di tutte le case, io collaboro con Nolan da tanti anni e si fa così, il casco finisce in azienda per essere analizzato ed eventualmente migliorato, è una questione legata alla sicurezza. Marc Marquez quel casco non l’ha consegnato. Questo per me ha sollevato diversi spunti di riflessione, sembra quasi che ci sia qualcosa da nascondere. D’altronde, quando c’è di mezzo HRC faccio sempre fatica a credere a tutto. C’è sempre una distorsione, magari manca un pezzo e succede sempre nel box Honda. Un altro esempio è di pochi giorni fa, quando si diceva che Marc non avrebbe partecipato alla conferenza stampa ‘per allenarsi’… Come se non avesse il tempo per collegarsi un’ora al computer! Poi le cose sono andate diversamente, ma resta il fatto che capire la Honda è sempre difficile. Hanno tante paure, sono molto attenti e spesso lasciano degli interrogativi aperti. Vanno interpretati, io non saprei che spiegazione dare a questa cosa del casco ma spesso c’è dietro un mistero”.
Le spiegazioni che abbiamo provato a darci sono diverse. La prima, la più ovvia e remota, è che Marc Marquez non stesse utilizzando un casco Shoei durante gli allenamenti. L’8 volte iridato però, così come il fratello con cui condivide la casa, sono sponsorizzati da anni dall’azienda giapponese, si presume quindi che di caschi per praticare enduro ne abbiano in quantità. Difficile quindi pensare che Marc ne abbia indossato uno di un’altra marca, sarebbe più facile credere che l’incidente sia avvenuto mentre lo spagnolo stava guidando, magari a basse velocità, senza il casco in testa. Anche questo ad ogni modo sembra piuttosto improbabile, i piloti conoscono bene il rischio a cui sono soggetti e l’importanza delle protezioni non viene mai sottovalutata. Altra possibilità è che Marc, quel casco, l’abbia scagliato il più lontano possibile in un momento di rabbia. In questo caso però perché non consegnarlo ugualmente o, quantomeno, spiegare la cosa ai referenti di Shoei? Altra opzione ancora invece, è che il casco dell'incidente fosse intatto: Shoei avrebbe potuto constatare la fragilità del nervo ottico del pilota, lo stesso che si era già infortunato nel 2011. Anche in questo scenario tuttavia, è difficile credere che l’entourage dello spagnolo non ne avrebbe parlato apertamente con lo sponsor. A prescindere da quale sia la spiegazione resta il fatto che, come spiega Temporali, “Il casco lo devi consegnare e se c’è un problema lo devi condividere con i tuoi partner, è difficile capire la ragione per cui abbia evitato di farlo”.
Per scacciare via i dubbi abbiamo contattato i referenti per l'Italia di Shoei, che a domanda precisa si sono dichiarati del tutto estranei alla vicenda: “Non abbiamo informazioni in merito - la risposta - ma non ci risulta ci sia stata alcuna anomalia nella gestione post caduta”.