Toni Elias lo ricordiamo per quel suo stile di guida irripetibile, vagamente simile ad un velista al trapezio, con capo e busto costantemente appesi alla moto e apparentemente in balia della moto. Lo ricordiamo per quella sua Honda Gresini rossa, colorata Fortuna, con cui nell'autunno del 2006 vinse all'Estoril - Portogallo - in volata: due millesimi di vantaggio su Valentino Rossi. Due millesimi di secondo, un qualcosa di impercettibile, che col senno di poi costarono al 46 il titolo mondiale (visto adesso, quell'ultimo giro portoghese rappresenta un chiaro segnale che quel mondiale Valentino Rossi proprio non doveva vincerlo). "Ah! È stato fantastico! le gente ricorda solo quello. Ho vinto un campionato del mondo in Moto2 nel 2010, che in teoria sarebbe molto più importante della vittoria di una singola gara. Ma non c'è niente da fare, Estoril 2006 è il mio momento, e gli appassionati ricorderanno sempre e solo quell'ultimo giro" - riconosce Toni ridendo nel corso di un'intervista a Relevo.
Elias parla alla vigilia del Gran Premio del Portogallo, che oggi si corre a Portimao, pista che in alcuni tratti può ricordare l'Estoril (nell'ultima lunghissima curva a destra, per esempio, o nel disegno del primo settore, praticamente speculare). Toni si racconta con addosso una polo del Team Gresini, perché oggi il classe 1983 di Manresa è coach della squadra di Nadia (con cui, dopo aver vinto la sua unica gara in quella volata del 2006, è sempre rimasto in ottimi rapporti) per i piloti della Moto2 e della MotoE. In questo avvio di stagione Elias, con l'occhio attento ed esperto del pilota che porta sulle spalle quattordici anni di agonismo Motomondiale, ha potuto osservare da bordopista anche le MotoGP, facendosi un'idea piuttosto precisa di quelli che saranno i pesi massimi, i valori e i riferimenti di questo 2024. Di quanto Marc Marquez ci sia sembrato lontano dal suo massimo potenziale in Qatar, dove comunque ha archiviato un weekend solidissimo (rimanendo sempre in top six tra Qaulifiche, Sprint Race e Gara) ne avevamo parlato qui, provando ad immaginandoci quello che il 93 ci farà vedere quando sarà al 100%, quando comincerà a rischiare, solleticando quel fatidico filo del limite che a Lusail ha - per sua stessa ammissione - lasciato volontariamente indisturbato.
Toni Elias - a proposito del margine di miglioramento di Marc Marquez con la Ducati - non ha utilizzato mezzi termini, confermando quella che ormai è una sensazione generalizzata all'interno del paddock: "Marc è un pilota che secondo me è nettamente superiore agli altri, che è riuscito a mettere a mezzo secondo dai primi una Honda che era distante un secondo e mezzo. Adesso se fossi un rivale e vedessi che dalla prima posizione gli mancano solo due o tre decimi, come si è visto nel precampionato o in Qatar, mi ca**erei sotto. È la mia opinione. Sicuramente sarà davanti, sicuramente potrà vincere delle gare, sicuramente sarà in lotta. Sarà divertente".