Venerdì, dopo due turni di prove lontano dalla vetta, Toprak Razgatlioglu s’era lasciato andare alle (ormai solite) lamentele: “ le nuove penalizzazioni costa a BMW più di quanto costano a Ducati, che probabilmente è riuscita a limitare meglio le conseguenze”. Gli capita spesso (a inizio stagione parlava della SBK 2025 come di “una Ducati Cup”) da qualche tempo a questa parte, quasi sempre quando non riesce a stare davanti. Ma la grande fortuna di Toprak Razgatlioglu, bisogna ammetterlo, è che stare davanti gli risulta quasi più facile di lamentarsi preventivamente. E lo ha dimostrato anche a Donington, chiudendo il round inglese della Superbike da nuovo leader della classifica generale con quattro punti di vantaggio su Nicolò Bulega.

Il pilota turco della BMW ha dominato ogni sessione sul tracciato inglese, replicando l'exploit di Misano e portando a 12 i suoi successi nel tempio delle due ruote britanniche. Gara 2 è stata un monologo: partito in pole position, il campione del mondo ha immediatamente staccato il gruppo, lasciando i rivali a contendersi le briciole. Bulega, suo diretto avversario per il titolo, ha perso terreno già all'avvio a causa di un'ennesima partenza opaca che lo ha relegato in quinta posizione dopo il primo giro. Il romagnolo della Ducati ha poi ingaggiato una rimonta che lo ha portato al secondo posto (grazie anche alla caduta di Sam Lowes), ma senza alcuna possibilità di minacciare il fuggitivo. Nel finale, l’italiano ha anche dovuto guardarsi dall'assalto di Bautista: lo spagnolo, montando una gomma posteriore più dura, ha trovato maggiore ritmo negli ultimi giri, chiudendo a soli 0.3 secondi dal secondo gradino del podio.
Dietro al terzetto di testa, Andrea Locatelli ha confermato il suo ruolo di miglior pilota Yamaha con un solido quarto posto, lasciando a debita distanza Danilo Petrucci. Il pilota di Terni, reduce dal podio di Gara1, ha chiuso quinto, mentre Andrea Iannone ha completato una gara in crescita con il settimo posto finale. Notevole la prestazione del rookie Yari Montella, che ha conquistato punti nonostante una penalità. Fuori dalla zona punti Michael Rinaldi, diciottesimo, mentre tra i ritiri spiccano Alex Lowes (dichiarato unfit dopo il botto di ieri), Tommy Bridewell e Michael Van der Mark.
Tutti protagonisti a latere di una Superbike che ormai è questione tra due destinati alla MotoGP. E’ innegabile, però, che questa tripletta inglese rappresenta un punto di svolta nel mondiale. Razgatlioglu, dopo un avvio sottotono in Australia, ha infatti ribaltato uno svantaggio che a inizio weekend era di 9 punti, dimostrando che la BMW M1000RR ha nulla da temere rispetto alla Ducati Panigale V4. Bulega, pur limitando i danni con un secondo posto, dovrà ora reagire alla pressione psicologica di aver perso la leadership. Il campionato entra nel vivo con cinque round rimanenti proprio quando le derivate di serie arriveranno sul semisconosciuto circuito di Balaton Park in Ungheria.
Intanto, il ritorno competitivo di Bautista aggiunge fascino alla lotta per i piazzamenti. Il vincitore degli ultimi due titoli mondiale, ancora senza contratto per il 2026, ha lanciato un segnale importante ai team in cerca di un top rider. Lo spagnolo, però, dovrà vedersela con un Danilo Petrucci che un futuro ancora in Superbike ce l’ha sì assicurato, ma che, oltre a un piccolo vantaggio in classifica generale, può contare anche sull’extramotivazione di provare a convincere Ducati, nonostante non sia più un ragazzino, a dargli una opportunità il prossimo anno sulla Ducati Panigale V4 ufficiale di Aruba.
