Non c’è pace per Checo Perez: è sempre sulla bocca di tutti per le ragioni sbagliate. Sono ormai due anni che il messicano è nel mirino delle critiche di tutti gli appassionati di Formula 1 - e non solo, perché anche esperti del settore hanno spesso puntato il dito contro di lui - perché in pista non ha più dato segni di competitività, nonostante l’opportunità di guidare quella che è stata principalmente la monoposto più competitiva della griglia. Non solo il messicano non è più riuscito a dimostrare il suo valore, ma è anche caduto in errori da principiante (rimanendo spesso fuori dal Q3 e vanificando ogni chances di aiutare Max Verstappen nelle sue corse al titolo) e si è fatto battere in lungo e in largo dal suo compagno di squadra, da cui ha sempre avuto un margine incredibile in termine di tempi e prestazioni.
Come se guidasse un’altra macchina e il potenziale non fosse identico a quello dell’olandese, Sergio Perez ha fatto sì che ci si dimenticasse della seconda vettura della Red Bull, adesso seconda nel campionato costruttori - solo grazie ai risultati del tre volte campione del mondo - e minacciata sia da McLaren, che è già davanti, che da Ferrari, a pochi punti di differenza in terza posizione. Nonostante la situazione sia più o meno la stessa da anni, per Christian Horner ed Helmut Marko non è mai sembrata un problema: infatti, al messicano è stato rinnovato il contratto fino alla fine del 2025 senza troppi dubbi. Una volta però che i risultati di McLaren e Ferrari hanno iniziato ad impaurire la casa costruttrice austriaca, le voci di una possibile sostituzione di Perez hanno iniziato a circolare e adesso, con solo tre gare rimaste dalla fine della stagione, si parla di un eventuale scambio con Liam Lawson, il giovane talento cresciuto nelle filiere dell’academy targata Red Bull e ora pilota in Racing Bulls, o dell'arrivo di Franco Colapinto, il nuovo piccolo fenomeno della Williams.
Questa stagione per la prima volta non è bastato alla Red Bull il lavoro di Max Verstappen per vincere il mondiale: la competitività degli avversari è cresciuta e, col fatto che sia Oscar Piastri e Lando Norris che Carlos Sainz e Charles Leclerc sono coppie che funzionano benissimo insieme in pista, al team di Milton Keynes sono servite anche le briciole dell’olandese per arrivare a potersi difendere nella classifica. Quindi viene automatico pensare che ci sia bisogno di qualcuno che possa essere all’altezza della prestazione della squadra, che possa aiutare Max Verstappen portando anche punti importanti per il mondiale. Qualcuno che abbia le capacità di tenere testa al tre volte campione del mondo, ma che sappia anche giocare in difesa nel momento del bisogno, cosa che Sergio Perez ha dimostrato di non riuscire più a fare, nonostante la sua prima stagione eccellente con il team di Helmut Marko.
Il grande dilemma della Red Bull però è sempre stato quello di riuscire a trovare il compagno di squadra perfetto per Max Verstappen, perché a Milton Keynes tutto gira intorno all’olandese. Prima Kvyat, poi Sainz e Ricciardo, passando per Gasly e Albon: nessuno di loro è durato tanto una volta messo a confronto con il tre volte campione del mondo. Un confronto distruttivo, diretto e feroce, che richiede di saper fare sempre un passo indietro a favore di Verstappen. E Checo Perez in questo è stato il più bravo, finché i passi indietro sono diventati troppi e la situazione è diventata tutto meno che produttiva.
“Quante occasioni ha avuto? Checo è un bravo ragazzo, ma i bravi ragazzi non li vincono i gran premi” ha detto Eddie Jordan, ex pilota di Formula 1, a colloquio con David Coulthard; “Il ragazzo giusto per la Red Bull è Liam Lawson adesso” ha aggiunto l’irlandese, riportando ancora una volta quella che fondamentalmente è la voce del popolo dal momento in cui il pilota neozelandese ha dimostrato il suo talento alla guida delle monoposto del mondiale. Debuttante lo scorso anno con l’Alpha Tauri in sostituzione di Daniel Ricciardo infortunato, di ritorno nel 2024 sempre con la stessa formula, questa volta però a lungo termine, perché l’australiano ha lasciato ufficialmente la griglia. Liam Lawson ha stupito tutti e ha fatto vedere di che pasta è fatto fin dal primo istante a Zandvoort sul bagnato: vederlo al volante della Red Bull insieme a Max Verstappen sarebbe la scelta più logica per Christian Horner.
Logica e Red Bull però sono due linee rette che mai si incontreranno e, tra le varie opzioni, che vedevano anche l’eventuale debutto di Yuki Tsunoda al volante della vettura regina, quella che è più quotata vede invece l’argentino Franco Colapinto come protagonista. La sua storia in Formula 1 è praticamente identica a quella di Lawson: è arrivato per caso e ha dimostrato di essere uno dei migliori della sua generazione. Uno di quei piloti vecchia scuola, che corrono come gli viene, senza paura di prendersi rischi, e comunicano come vogliono, senza lasciare niente tra le righe. In poche gare ha saputo tenere testa a praticamente tutti e adesso è il protagonista del mercato piloti: lo vuole Briatore in Alpine, lo volevano in Sauber prima di scegliere Bortoleto e adesso anche Horner sarebbe disposto a metterlo sotto contratto, facendo visita all’hospitality della Williams per quelle che sembrerebbero trattative in corso.
Il grande rischio che si ripone nel mettere sotto contratto due piloti così giovani e inesperti però - anche se i due vantano già tantissime gare sia al volante di monoposto che nel mondo endurance, con Colapinto quasi sul podio di una 24h di Le Mans e Lawson vicecampione del DTM - è direttamente correlato al grande dilemma della Red Bull: come si potrebbero adattare a Max Verstappen? Entrambi potrebbero sia subire il confronto che disturbare troppo il tre volte campione del mondo, andando a distrarre la Red Bull dal suo tentativo di tornare a dominare tutto. In una situazione così però, dove la perdita prestazionale è immensa e la classifica del campionato costruttori è sempre più tirata, Christian Horner ed Helmut Marko devono rischiare, altrimenti rischiano di perdere anche Max Verstappen, che lo ha detto più di una volta: lui in Formula 1 non ci vuole rimanere ancora a lungo. E dei suoi ipotetici compagni di squadra non dice nulla, perché gli interessa solo della sua prestazione (anche se un aiutino almeno nella difesa in griglia lo accetterebbe volentieri).