Dopo la delusione dell’edizione del 2024, la Ferrari è riuscita a portare ai tifosi italiani una vittoria in classe Hypercar del WEC. Proprio nello stesso weekend di aprile di un anno fa, una scelta strategica azzardata non permise alla rossa di collezionare una tripletta in occasione della 6h di Imola e, dopo il grande successo riscosso invece alla 1812 km del Qatar del 2025, l’appuntamento tricolore del mondiale endurance era davvero importante. Grazie alla pole position di Antonio Giovinazzi e ad un lavoro egregio da parte anche di James Calado e Alessandro Pier Guidi durante i rispettivi stint, la 499 P numero 51 è riuscita a passare sotto la bandiera a scacchi in prima posizione, regalando ai 65.504 spettatori presenti un ricordo indelebile - reso ancora più magico con l’invasione di pista. Weekend comunque dolceamaro per la squadra di Antonello Coletta, che ha dovuto invece rinunciare a tanti punti importanti per il campionato con la vettura numero 50, quella di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, scattata in fondo alla griglia e sfortunata con le neutralizzazioni della corsa che gli hanno impedito la risalita.

Per il Cavallino la vittoria poteva arrivare anche in classe GT3, perché Francois Heriau, pilota della 296 GT3 numero 21 di Vista AF Corse, è stato autore di una partenza incredibile che lo ha messo subito nelle condizioni perfette per battagliare con la BMW M4 GT3 di Valentino Rossi, Ahmad Al Harthy e Kelvin Van Der Linde, in pole position dopo un gran lavoro durante la giornata di sabato. Il pilota di Tavullia purtroppo durante il suo stint ha cercato di superare Simon Mann, al volante della Ferrari, calcolando male gli spazi e finendo per mandarlo in barriera. Con la 296 di Vista AF Corse fuori dai giochi e costretta al ritiro, all’equipaggio del Team WRT è stata data una penalità di Stop&Go (circa 30 secondi persi) che ha portato la BMW a dover ricominciare tutto da capo. Uno stint incredibile di Van Der Linde ha assicurato però la seconda posizione a Valentino Rossi, con la vittoria sfiorata grazie a una battaglia tiratissima fino alla bandiera a scacchi contro la Porsche di Manthey EMA (che nell’equipaggio vede anche l’italianissimo Riccardo Pera).

Nonostante la delusione nel realizzare che a Imola il Dottore poteva vincere per la prima volta in carriera una gara nel WEC, l’equipaggio del Team WRT è comunque salito sul podio (anche in classe Hypercar in seconda posizione) e i fan di Valentino si sono portati a casa una piccola soddisfazione - con il campione di MotoGP che nel box aveva il supporto anche dei suoi colleghi e amici Pecco Bagnaia, Franco Morbidelli e Marco Bezzecchi, in gita nel paddock del mondiale endurance sfruttando il weekend libero dal motomondiale. Rossi sul podio ci è salito due volte, la seconda per raccogliere anche il Wingfoot Award, il premio che viene assegnato dai fan per il pilota in classe GT3 che più si è distinto durante la gara - come il Driver Of The Day in Formula 1 - acclamato, ovviamente, da tutta la folla di Imola. La gara italiana del WEC poteva andare meglio? Sì, ma quanto dimostrato dalla rossa fa sicuramente ben sperare per il titolo di quest’anno. E anche Valentino Rossi, colpevole senza scuse di quanto successo durante la terza ora di gara, può puntare più in alto, trovando quella precisione che ancora a volte un po’ gli manca.

