E’ rientrato nel box, dove nel frattempo era tornata anche la sua moto con tutti i segni della caduta e, piegandosi, l’ha baciata. Fabio Di Giannantonio ha chiesto scusa così a tutti quelli a cui “ha fatto male”, cominciando proprio dalla sua Desmosedici. Sì, perché il pilota romano è come se se ne fosse fregato del male che s’è fatto da solo rotolando sulla ghiaia in Curva 1 al Sachsenring, preferendo concentrarsi, piuttosto, sulle ferite esterne al suo corpo. “La squadra – ha detto – aveva fatto un gran lavoro. Mi dispiace”. E’ il messaggio potente che il Diggia ha voluto lanciare per primo, quasi a ricordare che un pilota si porta in sella e sulle spalle l’impegno di tanti, la fatica di un gruppo intero che avrebbe meritato una festa. Però chi vive nelle corse è ben consapevole di come sono le corse e, con ancora i graffi sulla tuta e una moto distrutta nel box, c’è una parola da dire in fretta, “scusa”, per voltare subito pagina e vedere tutto il buono che c’è stato. Ecco, Fabio Di Giannantonio è uno di quei piloti che sanno chiedere scusa. A qualcuno riesce invece difficilissimo. E gli riesce anche di non cercare scuse.

“Oggi ho sbagliato io – ha ammesso – Dicono che molti sono caduti in Curva Uno per il vento? E’ possibile, ma io non ho sentito folate particolari. La verità è che stavo spingendo e ho frenato troppo avanti. E’ stato un mio errore”. Nessun giro di parole, nessun dramma da fare e tendere all’infinito e consapevolezza. Tanta. Tutta quella che ci vuole per vedere che non sarà una caduta al Sachsenring a spegnere un sorriso che invece è tornato già da un po’ nel suo lato del box del Team Pertamina Enduro VR46. “Qui – ha detto nella sala stampa del Sachsenring - siamo andati fortissimo, ci portiamo a casa questo. La caduta fa parte del gioco. Abbiamo veramente tante cose positive da prendere da questo weekend. A Brno dovremo carichi come lo eravamo questo weekend e cercheremo di fare il massimo proprio come stavamo facendo qui. Sono contento di questo trend positivo, siamo andati in crescendo dal test di Aragon in poi e abbiamo fatto sempre meglio, ecco perché questa caduta mi pesa solo nella misura del dispiacere per un risultato sfumato e per il lavoro di tutta la mia squadra finito sulla ghiaia”.

Il resto è solo l’analisi di un episodio sfortunato, ma comunque già ampiamente analizzato, capito e memorizzato alla voce “caz*ate da non ripetere”. “Ho frenato 5 metri dopo e 2 gradi in più di angolo e purtroppo mi si è chiuso il davanti – ha proseguito il Diggia - Stavo spingendo e facendo il mio ritmo, in quel momento era importante girare sullo stesso tempo di Marc che mi era davanti e di Bezzecchi che mi era dietro. Il Sachsenring è un circuito molto piccolo, quindi bisogna essere precisissimi. Cercavo di contenere il più possibile il distacco con Marc ed allo stesso tempo quello con Bezzecchi e in Curva Uno ho sbagliato”.
La strategia, come ha ammesso il pilota romano nel media scrum del GP di Germania, era quella di non perdere troppo di vista Marc Marquez, cercando contestualmente di martellare sugli stessi tempi del 93 per evitare che Bezzecchi arrivasse. Cosa è mancato? Forse un pizzico di esperienza. “Non è una caduta dolorosa perché alla fine abbiamo fatto un super weekend – conclude Di Giannantonio - record della pista venerdì, ieri una gran gara sul bagnato partendo da dietro, oggi ho fatto una gran partenza ed ero il più vicino a Marc. Ci sta, anche i migliori sbagliano. Sto imparando, fa parte del gioco”.