“Oh, hai visto in quanti hanno ringraziato l’Academy?” – chiede, divertito, Valentino Rossi. È seduto su un tavolino, le gambe a penzoloni mentre si infila i guanti e allaccia il casco. Il Dottore è pronto a scendere in pista per una sessione di allenamento sui go kart, ma intanto pensa all’Academy, ai suoi piloti e a chi, durante la 95° edizione dei premi Oscar, non ha mai smesso di ringraziarlo. “Thanks to the Academy, this is history in the making”, è la formula ripetuta da attori, sceneggiatori e registi sul palco dorato del Dolby Theatre di Los Angeles. Non specificano chi sia il destinatario di tutta questa gratitudine. La scelta potrebbe cadere sull’Academy of Motion Picture Arts di Hollywood, così come sulla VR46 Riders Academy di Tavullia.
Il filmato pubblicato sui social dalla pagina ufficiale della VR46 Riders Academy è decisamente geniale. Da premiare per idea, regia, montaggio, ironia e umorismo soprattutto. Un cortometraggio di scanzonata leggerezza, marchio di fabbrica dell’immagine perpetua di Valentino Rossi nel mondo. Scanzonata perché è propria di chi prende le cose della vita senza con allegro e sereno distacco, senza venir meno al proprio senso di responsabilità e dignità. Scanzonato, ma con fondamenta serie e competitive, è lo spirito della VR46 Academy, rimasto intatto a dieci anni di distanza dalla sua nascita. Anche l’Accademia di Tavullia può vantare i suoi Oscar: tre titoli mondiali, uno in MotoGP con Bagnaia lo scorso anno e due in Moto2, nel 2017 e nel 2018, firmati Morbidelli e ancora Bagnaia. Pecco e Franco sono stati accompagnati dall’Academy e da Valentino Rossi sin dagli esordi nel Motomondiale; oggi sono i veterani di quel gruppo di ragazzini imberbi e talentuosi, cresciuti a sportellate e salame tra la polvere del Ranch. Insieme a loro, dai primi podi in Moto3 e Moto2 fino alle conferenze stampa in MotoGP, anche Marco Bezzecchi e Luca Marini, che nel 2023 ambiscono a podi e vittorie con i colori del Team Mooney VR46. Sin dal 2013 - quando l’Academy cominciava a prendere forma con un progetto ancora embrionale - il sogno nascosto di Valentino Rossi e collaboratori era arrivare, un giorno, a schierare una squadra in MotoGP. Quel giorno è arrivato; il team è competitivo, capitanato da piloti dell’Academy, naturalmente. Per questo oggi si può dire che la VR46 Riders Academy abbia centrato tanti dei suoi obiettivi, eppure il cerchio ancora non si è chiuso. Il copione adesso è chiaro, Valentino lo ha ribadito più volte: “Abbiamo deciso di fermarci per un po' con lo scouting di giovani talenti italiani. Vogliamo concentrarci sul nostro gruppo storico, continuare ad aiutare Bagnaia, Morbidelli, Bezzecchi, Marini, Vietti, Antonelli e Migno al massimo delle nostre possibilità. Il gruppo è formato ed è giusto fare così, visto il livello e la maturità che questi piloti hanno raggiunto. Con l’ingresso di altri piloti rischieremmo di trascurare qualcuno, e non vogliamo”.
In settimana Uccio Salucci ha dichiarato che, al momento, il 60% degli sforzi dell’Academy e di Valentino Rossi sono convogliati nel tentativo di risolvere le difficoltà di Franco Morbidelli, alla disperata ricerca di un riscatto dopo un 2022 troppo complicato per essere vero. Franco è stato il primissimo pilota dell’Academy, che lo ha accolto in un momento delicato della vita. Da Roma si è trasferito stabilmente a Tavullia e, dalle retrovie della Superstock 600, Morbidelli prima ha vinto il titolo in Moto2 e poi, nel 2020, è stato vice campione del mondo della MotoGP. Dal travaglio alla gloria, con pazienza, garbo, lavoro e metodo. Con la VR46 Riders Academy a fianco. È la storia di Franco Morbidelli. Per certi versi simile a quella di Ke Huy Quan, miglior attore non protagonista agli Oscar 2023. Ma Franco Morbidelli, nel 2023, vuole tornare protagonista. Lo desiderano Valentino Rossi e l’Academy di Tavullia. Lo desidera qualunque appassionato di motociclismo.