Radio Deejay festeggia quarant’anni di storia e lo fa ricordando all’Italia quello che è stata e quello che continua ad essere. La lista di personaggi che l’hanno resa un riferimento, tra ospiti e conduttori, è pressoché infinita. Dentro Radio Deejay c’è la cultura pop nel senso più alto del termine, c’è l’attenzione al fenomeno emergente, ci sono le storie leggere. Valentino Rossi, che è stato tutte queste cose, ne è l’esempio perfetto anche se non è un cantante. Radio Deejay lo ha spinto dagli anni Novanta ed ha continuato a farlo sempre, motivo per cui delle poche (ma lunghe) interviste rilasciate dal 9 volte iridato fuori dal contesto motori buona parte di queste le ha regalate a Linus e Nicola Savino. Ecco perché Rossi, nel continuo viavai di ospiti accolti in questi giorni dalla radio milanese, non poteva mancare. In collegamento racconta delle prime volte, dal suo esordio da spettatore in MotoGP alla prima collaborazione con la radio: “Sulla moto avevo l’adesivo di Radio Deejay, quello vecchio con la linea gialla e rossa e i baffetti. Era il 1997 penso, ce l’avevo sull’Aprilia 125 quando ho vinto il primo mondiale. Eravate proprio il mio sponsor, avevo l’adesivo sul codone. Abbiamo detto: “Perché non facciamo qualche collegamento?”.
Il primo approccio però, racconta Vale, non è andato nel migliore dei modi: “Si erano accordati per sentirmi con Linus, alle 10 di mattina. Io però di mattina ho sempre qualche problema a svegliarmi, non mi alzo molto presto. Mi ricordo che una volta ero a casa che dormivo, è arrivato il mio babbo e mi ha dato il telefono. Era Linus. Il collegamento non è stato indimenticabile… Allora abbiamo iniziato a fare i collegamenti di pomeriggio, prima di partire ci collegavamo sempre”.
Inevitabile poi, mentre i piloti della MotoGP si preparano ai primi test dell’anno sul circuito di Sepang, una battuta sul ritiro: “La cosa più bella della mia carriera è stata avvicinare al motociclismo tanta gente che magari non ne sapeva niente. Secondo me ho fatto un bel favore al movimento, ecco. Ora fanno i primi test in Malesia, i primi test in cui non ci sarò. Bisognerà vedere lì come mi sentirò, e soprattutto la prima gara in Qatar il 6 marzo. Ma sono contento della mia scelta, era il momento giusto. Pensare adesso di ricominciare e ripartire in giro per il mondo e fare 21 gare sempre a tutto gas è tosta. Comincio ad avere una certa età… Quindi va bene così, dai”.
Anche perché al momento, spiega Rossi, ha due grandi impegni che rischiano di accavallarsi, la nascita della figlia e il nuovo campionato (Blancpain GT Series) con Audi: “Per me questo è un periodo abbastanza tranquillo, un po’ di ferie, diciamo… Però fra poco inizierò a provare la macchina, perché quest’anno correrò in macchina, con un’Audi. Il primo test sarà il 14 febbraio, a San Valentino. Ma bisognerà capire quando nascerà la bambina, perché siamo agli sgoccioli! Dovrebbe nascere più o meno nel giorno del mio compleanno. Vedremo quando sarà. Abbiamo già deciso il nome, ma lo diremo solo quando nasce. Ormai manca poco, sarà circa una decina di giorni. Non so bene cosa aspettarmi”, ha concluso Valentino.