Chi lavora alla Gresini Racing ha iniziato a credere in Dio, nei suoi piani, nelle cose che vanno oltre l’umano e la scienza: hanno scelto di dare più importanza a quello che crediamo rispetto a quello che sappiamo. Il paddock non è esattamente un ambiente cattolico - senti più bestemmie che buongiorno - eppure probabilmente funziona proprio per questo: Se un decimo di secondo può fare tutta la differenza di questa terra, a un certo punto pregare, se riesci a farlo in modo convincente, assume la stessa importanza di un click di forcella, forse anche due, forse anche un paio d'alette.
Quando quest’inverno, a Imola, Nadia Padovani ha presentato la sua squadra per il 2025, l'atmosfera tra colleghi era quella di chi vede ripiegare gli addobbi dopo la festa: il 2024 è stato spettacolare, adesso però Marc Marquez è andato in rosso, Alex è il nuovo riferimento nella squadra e Fermín Aldeguer è tutto da pesare. Giusto per contestualizzare il momento, quando Nadia aveva chiesto ad Alex Marquez di chiudere costantemente in top 5 (“È il primo pilota dopo il team ufficiale e quello factory supported”) era sembrata a tutti una sparata. Forse anche a lei, che si era giustificata con un discorso logico: "Dopo gli ufficiali e il team factory supported, le migliori moto dovremmo averle noi. Quindi ad Alex posso chiedere il quinto posto, a Fermín invece serve del tempo".
D'altonde Nadia è la stessa donna ad aver detto, un paio d’anni prima sempre a Imola, che avrebbe fatto vedere al mondo “Chi è la Gresini Racing”, davanti al feretro di suo marito Fausto. All'epoca fu spiazzante, ora nessuno prova neanche ad alzare un sopracciglio: Alex Marquez nel sabato della Malesia conquista il secondo posto nel mondiale dietro al fratello, una storia di famiglia che non si era mai vista e che difficilmente vedremo ancora nei prossimi dieci anni, il tutto mentre Fermín Aldeguer (nonostante gli 8 secondi di penalità per la pressione della gomma anteriore) festeggia il titolo di Rookie of the Year nel circuito in cui la Gresini Racing ha perso Marco Simoncelli e nel paese che più di tutti, ormai da diverso tempo, supporta finanziariamente la squadra.
Da quando Nadia ha preso il controllo delle operazioni, la Gresini Racing ha vinto almeno una gara con tutti i suoi piloti (Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio, Marc Marquez, Alex Marquez e Fermín Aldeguer), ha concluso due volte con un terzo posto in classifica (nel 2022 con Bastianini e nel 2024 con Marc Marquez) e adesso, 2025, arriva con una seconda piazza dietro solo a Marc, quindi con il miglior risultato di sempre in questa nuova era della squadra. Al contempo, sempre da quando c’è Nadia, per arrivare nel Team Ducati Lenovo devi passare dalla Gresini Racing.
Questa è l’ennesima lista di traguardi e primati per una squadra potente e sgangherata assieme, la più vincente in MotoGP dopo i team ufficiali Honda, Yamaha e Ducati. A pensare a tutta questa roba viene da sorridere. Viene da pensare se sia giusto credere, se questi siano miracoli nel vero senso del termine o coincidenze, risultati frutto del lavoro, strumenti fatti lavorare nel modo giusto. Eppure a ben vedere sono proprio questi ragazzi che danno la precedenza al credere piuttosto che al sapere a darci una risposta concreta, inconfondibile: è il risultato in pista che arriva coi punti, le coppe, le medaglie e il Prosecco. La lezione? Non importa come, importa quanto: nelle corse ci devi credere più di tutti gli altri. Ancora meglio se tieni addosso una maglietta celebrativa che omaggia Dookie, il capolavoro punk rock dei Green Day.