Non è stato un dominio, eppure a Jeddah Oscar Piastri ha lanciato un messaggio forte, a tutti i suoi rivali: dopo due stagioni tra alti e bassi, quest’anno a lottare per il titolo c’è anche lui. È cresciuto, migliorato, e adesso sembra che nessuno possa più fermarlo, quasi come se in questo momento l’australiano non avesse punti deboli. È composto, così tanto da esultare a malapena dopo la vittoria dell’Arabia Saudita: in molti lo hanno paragonato a Kimi Raikkonen, Iceman per eccellenza, ma la verità è che Oscar sembra averne persino di più.

Tre vittorie in cinque gare e adesso anche leader del Mondiale nonostante il nono posto di Melbourne, un gran premio in cui senza il caos portato dalla pioggia la situazione sarebbe stata molto diversa. Eppure, anche in quel caso è stata la calma a trionfare, consapevole del potenziale in vista della sua terza stagione in McLaren. Dopo le vittorie in Cina e in Bahrain, Jeddah era un esame importante, perché per prendersi la vittoria toccava battere Max Verstappen, che al sabato lo aveva preceduto per soli dieci millesimi. E così è stato, perché alla prima curva Oscar ha costretto Max all’errore, oltre a fargli prendere una penalità di cinque secondi: lo ha battuto proprio con la “mossa Verstappen”, costruendo così il primo passo verso la vittoria. “Non mi sarei accontentato del secondo posto” ha detto poi in parco chiuso senza mezzi termini, mentre l’olandese nascondeva a fatica la rabbia per una penalità per lui senza alcun senso.
Durante la conferenza però il clima si è disteso, con il quattro volte campione del Mondo che, a sorpresa, si è lasciato andare, elogiando senza giri di parole quanto fatto sinora da Piastri: “È al suo terzo anno in F1, ed è molto solido e costante. Ha un approccio molto calmo ed è una caratteristica che mi piace. Lo dimostra in pista: non manca mai all’appuntamento con la prestazione e commette pochissimi errori. È quello di cui hai bisogno quando vuoi lottare per la conquista di un campionato. Penso anche che avere Mark Webber al suo fianco lo stia aiutando molto. Le persone imparano dalle proprie carriere, e Webber con Piastri sta facendo quello che mio padre ha fatto con me attraverso consigli preziosi. Oscar sta semplicemente sfruttando bene il suo talento ed è una gran cosa”. Un messaggio inaspettato, ma che testimonia quanto il ventiquattrenne sia ora il più temuto dai “grandi” della griglia, scrollatosi di dosso l’etichetta di sopravvalutato, nonostante una carriera nelle formule propedeutiche da predestinato e la lotta per assicurarsene le prestazioni ancor prima di esordire in Formula 1. Serviva soltanto del tempo, e adesso, dopo due anni, le risposte iniziano ad arrivare una ad una.

A colpire però non sono soltanto le prestazioni di Oscar al volante della MCL39, che anche a Jeddah si è confermata la miglior monoposto della griglia: è la sua forza mentale oltre che la sua consapevolezza, perché questo Piastri sembra avere sempre tutto sotto controllo, tanto in macchina quanto fuori: mai una parola fuori posto, mai un accenno di difficoltà. Ha il mezzo migliore e non lo nasconde, così come non ha timore di affermare “Ero davanti” nel replicare alla rabbia di Max Verstappen. È solido e, dopo cinque gare dall’inizio di questo Mondiale, l’unica minaccia capace di poter spostare gli equilibri, soprattutto se le prestazioni di Lando Norris non dovessero trovare continuità, sembra essere la direttiva tecnica che entrerà in vigore a partire da Barcellona, che limiterà la flessione delle ali anteriori. Al di là del provvedimento però, la sensazione è che, tolto Max Verstappen, a oggi il vero protagonista di questo Mondiale è stato e potrà essere ancora lui, Oscar Piastri.
