“Non vorremmo mai che una cosa bella finisca, ma bisogna saper dire basta” a parlare così il ct della Francia Didier Deschamps in un’intervista al canale tv Tf1 in cui ha annunciato l’addio alla nazionale al termine del mondiale 2026. Nella sua era da commissario tecnico dei Bleus, iniziata nel 2012, ha conquistato il mondiale del 2018 in Russia e la Nations League 2020-2021. In quelli che saranno 14 anni da ct della sua nazionale al termine del percorso, per lui ci sono state molte critiche nonostante la vittoria della coppa del mondo. Per i francesi c’è stata la grossa delusione per la sconfitta in finale contro il Portogallo nell’Europeo di casa del 2016. Più comprensibile, ma che comunque non è piaciuta, la sconfitta in finale ai rigori nel mondiale del 2022 in Qatar contro l’Argentina di Leo Messi. Al ct francese viene contestata la mancanza di un bel gioco nonostante il roster dei giocatori sia uno dei migliori al mondo.
Le polemiche sulla figura di Deschamps sono però andate oltre il calcio giocato. In particolare la sua condotta è stata a lungo oggetto di dibattito per il rapporto con il Pallone d’Oro Karim Benzema. Il commissario tecnico aveva deciso di escluderlo dalla nazionale francese dal 2016 al 2021 per il suo coinvolgimento nel caso Sextape riguardante il ricatto al giocatore Mathieu Valbuena per non far divulgare un video a luci rosse in cui era protagonista il trequartista. Nell’ultimo periodo invece a fare rumore è stata l’esclusione di Kylian Mbappe nelle due partite di Nations League di novembre contro Israele e Italia. A ottobre il giocatore del Real Madrid era stato accusato di stupro da una donna con cui aveva passato una notte in un hotel di Stoccolma. “Non ci sono problemi extra sportivi legati a questa decisione, la presunzione di innocenza esiste e deve esistere”. Queste le parole che aveva usato il ct dei bleus in conferenza stampa, riportate da L’Èquipe, per commentare la sua decisione dopo la pubblicazione della lista dei convocati (l’indagine è stata poi chiusa a dicembre per mancanza di prove sufficienti contro il calciatore).
Nella gestione Deschamps ci sono stati dunque momenti di gloria alternati a situazioni complicate. La Federcalcio francese ha sempre deciso di dargli fiducia nonostante le critiche. Se si dovesse riassumere la sua esperienza da commissario tecnico in una parola sarebbe “continuità”. Si perchè il modello adottato dalla nazionale francese gli ha permesso di imparare dagli errori e dato la tranquillità per superare le difficoltà. La stessa stabilità non c’è stata in Italia considerando che la nazionale azzurra ha avuto 6 ct dal 2012 a oggi: Cesare Prandelli (2010-2014), Antonio Conte (2014-2016), Giampiero ventura (2016-2018), Luigi Di Biagio ad interim (febbraio 2018-marzo 2018), Roberto Mancini (2018-2023) e Luciano Spalletti. Tanti cambiamenti a livello di proposta calcistica e percorsi interrotti. I risultati sono stati disastrosi se si escludono i quarti a Euro 2016 e la vittoria di Euro 2020. Nel 2014 eliminazione ai gironi nel mondiale brasiliano, poi il mancato accesso a quello 2018 in Russia e 2022 in Qatar e ultima in ordine di tempo la brutta figura a Euro 2024. Questi risultati, oltre che dalla poca stabilità in panchina, derivano anche dai pochi talenti usciti in Italia negli ultimi tempi. Infatti due dei principali problemi degli azzurri sono il basso numero di giocatori convocabili e l’inesperienza di molti calciatori nelle competizioni europee.
Tornando alla nazionale francese, dopo la notizia dell’addio di Deschamps si è aperto subito il dibattito su chi sarà il suo successore. Uno dei nomi possibili è quello di Zinedine Zidane che con l’attuale ct ha vinto da giocatore il mondiale di Francia 98 ed Euro 2000. Intanto il presidente della Federcalcio francese Philippe Diallo a Le Figarò ha spiegato: “Ora non voglio e non entrerò in questo dibattito sulla successione. Innanzitutto per rispetto nei confronti di Didier Deschamps e dei giocatori della Francia. Voglio che lavori in tutta tranquillità. Abbiamo tutto il tempo per anticipare il suo successore e lo farò per tempo”. Anche perché prima che le strade della Francia e di Deschamps si divideranno c'è un mondiale da giocare. L’obiettivo prima di salutarsi è chiaro: riportare la Coppa del Mondo a Parigi.