Nell’era del politicamente corretto avrebbero potuto chiamarla “regola inclusiva”, mentre col filtro della normale diligenza l’avrebbero chiamata, semplicemente, “regola di buon senso”. Ma siamo nella MotoGP, dove la malizia viene prima di tutto e, quindi, c’è chi l’ha già chiamata “regola Martin”. Di cosa stiamo parlando? Della nuova norma introdotta dalla FIM e decisa nei giorni del GP di Jerez che permetterà ai piloti infortunati di effettuare un test con una MotoGP prima del rientro per un Gran Premio. In un Motomondiale in cui per cambiare qualcosa deve sempre succedere qualcosa, è quasi una rivoluzione.

La rivoluzione, questa volta, ha la faccia di Aprilia, di Massimo Rivola e di Jorge Martin. Grazie alla (legittima) pressione del costruttore italiano, infatti, la FIM ha approvato una modifica che permette ai piloti con assenze prolungate di effettuare un test privato prima del rientro. Intanto, le “partenze alla Marc Márquez” – con il caos generato ad Austin – hanno spinto anche a rivedere le procedure di partenza.
Come funziona la nuova regola
L’incidente di Martín durante il GP del Qatar ha segnato l’inizio di un nuovo calvario e anche solo chiedersi quando rientrerà diventa poco rispettoso nei confronti di quello che il campione del mondo ha dovuto passare. Però adesso sappiamo che quando potrà farlo non gli sarà negata la possibilità di “riprendere le misure” con una MotoGP. E è una conquista che l’Aprilia, attraverso il CEO Massimo Rivola, non ha fatto solo per il suo pilota. Ora, i piloti titolari della MotoGP che saltano tre o più eventi consecutivi (inclusi test ufficiali) o restano assenti per quarantacinque giorni consecutivi possono effettuare un giorno di test prima del rientro.
Le condizioni, comunque, sono stringenti: il test deve avvenire su un circuito dove non sono previste gare nelle 8 settimane successive e sono consentiti massimo tre set di gomme, scalati al test team.Inizialmente, la proposta dell’Aprilia era stata respinta a causa del veto di un costruttore. Tuttavia, dopo quello che è successo in Qatar, s’è deciso di riaprire la discussione, arrivando proprio a Jerez alla stesura della nuova norma. Chiedersi se quello che è successo a Martin sarebbe accadutolo stesso senza chiusure strumentali, ora, non ha senso.

Le “partenze alla Marc Márquez”: caos e nuove sanzioni
Un’altra nuova norma introdotta, invece, riguarda le procedure di partenza. E, anche in questo caso, la decisione di mettere mano al regolamento è basata su un precedente. Quale? L’episodio di Austin, dove Marc Marquez e altri piloti hanno ritardato la partenza correndo ai box per cambiare gomme all’ultimo secondo. Un caos di cui s’è discusso a lungo e che ha evidenziato una lacuna nel regolamento. La FIM ha risposto introducendo un doppio long lap in caso di interruzioni nelle procedure, aggiungendo anche che i piloti che non rispettano i tempi per il giro di riscaldamento partiranno dalla pit lane e che sarà vietato utilizzare dispositivi di launch control quando si partirà dalla corsia box.
Basterà a evitare altre situazioni paradossali? Difficile rispondere, ma bisogna riconoscere che, almeno questa volta, una problematica contingente è stata regolamentata nel giro di poco tempo. O comunque di molto meno tempo rispetto al passato.
