image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Tech

Perché gli Stati Uniti vogliono demolire Huawei? Una “guerra delle spie” tra Washington e Pechino

  • di Federico Giuliani Federico Giuliani

20 aprile 2024

Perché gli Stati Uniti vogliono demolire Huawei? Una “guerra delle spie” tra Washington e Pechino
Huawei era finita nella lista nera di Washington. Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per danneggiare il colosso di telecomunicazioni della Cina con sede a Shenzhen, tra restrizioni e ban commerciali. L’amministrazione Usa era convinta di aver definitivamente messo fine all’ascesa dell’azienda cinese, che, contro ogni pronostico, è invece riuscita a superare ogni ostacolo. Perché il governo americano è preoccupato da Huawei e cosa si nasconde dietro la sua scesa. Estratto da “La guerra delle spie” di Alberto Bellotto e Federico Giuliani, uscito per Castelvecchi editore

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Una semplice azienda privata nata dal nulla, sulle fondamenta del miracolo economico cinese, o un’appendice dell’esercito di Pechino? Tanti si interrogano sulla vera identità di Huawei Technologies, pochi sanno rispondere con esattezza. Gli Stati Uniti hanno più volte accusa­to il colosso di Shenzhen di essere un cavallo di Troia usato dalla Cina per spiare Washington e, più in generale, i Paesi di tutto mondo. In poche parole: Huawei è considerata dalla Casa Bianca una pedina al servizio del sistema militare guidato dallo Stato cinese. RenZhengfei, fondatore della società, ha più volte ribadito l’indipendenza della sua creatura e ha respinto simili ricostruzioni, pur senza mai convincere l’intelligence statunitense. Secondo il portale Bloomberg, ad esempio, Huawei avrebbe collaborato – e continuerebbe a collaborare – con l’Esercito Popolare di Liberazione cinese, tanto che negli ultimi die­ci anni l’azienda si sarebbe resa responsabile della realizzazione di al­meno dieci progetti di ricerca a stretto contatto con il personale delle forze armate nazionali. I temi citati nel dossier sono scottanti perché riguardano i settori economici che la Cina sta utilizzando per diventare la principale po­tenza del mondo – intelligenza artificiale, geolocalizzazione satellita­re e altro ancora – mentre i soggetti coinvolti nelle pratiche compren­derebbero la Commissione Militare Centrale e la National University of Defense Technology (l’accademia militare dell’esercito cinese), che avrebbero operato con la società di Shenzhen per estrarre e classifica­re una raccolta di immagini satellitari e coordinate geografiche. Il por­tavoce di Huawei, Glenn Schloss, ha respinto in toto la ricostruzione americana. “Huawei”, ha specificato Schloss, “non è a conoscenza del fatto che i suoi dipendenti pubblichino documenti di ricerca a titolo personale. Inoltre, Huawei non ha alcuna collaborazione o partnership con le istituzioni affiliate all’esercito. L’azienda sviluppa e produce solo prodotti di comunicazione conformi agli standard civili in tutto il mon­do e non personalizza i prodotti di ricerca e sviluppo per i militari”.

La copertina di "La guerra delle spie"
La copertina di "La guerra delle spie"

Passando in rassegna l’infinita mole di inchieste, approfondimenti e ricerche sul caso, vale la pena citare un controverso documento del 2019. Si intitola Huawei Technologies’ Links to Chinese State Security Services ed è firmato da Christopher Balding, professore della Fullbright University Vietnam. L’accademico, dopo aver esaminato i curricula di migliaia di dipendenti Huawei, sostiene di aver scoperto una solida relazione tra Pechino e la società di Shenzhen. Con la collaborazione del think tank londinese Henry Jackson Society, Balding ha analizza­to gran parte del materiale notando “una relazione profonda e dura­tura tra Huawei, i suoi dipendenti e lo Stato cinese”, e arrivando alla conclusione che all’interno dell’azienda ci sarebbe “personale tecnico di medio livello” legato a “specifici casi di hacking o spionaggio indu­striale condotti contro imprese occidentali”. Il documento cita un caso di un ingegnere informatico assunto nel reparto controllo qualità delle reti – tale Li Jingguo – che sarebbe anche un ricercatore della National University of Defense Technology. Questo, ha sottolineato Balding, non dà la certezza che l’ingegnere abbia intrec­ciato le due attività. Ma indica come il soggetto in questione sia, almeno in teoria, tecnicamente e materialmente capace di fare da anello di colle­gamento tra l’intelligence e i dati dei clienti Huawei. Certo, il fondato­re della compagnia, il citato RenZhengfei, ha lavorato per l’esercito tra gli anni Settanta e Ottanta, ma gli altri elementi presi in considerazione da Balding mancano di concretezza. La società, confermando che “la sicurezza informatica è di primaria importanza”, ha risposto alludendo al fatto che un passato militare non è un impedimento all’assunzione, a patto che “il candidato fornisca documentazione che provi come il rapporto di lavoro con l’esercito o il governo sia terminato”. E ancora: “Accogliamo positivamente relazioni sulla trasparenza di Huawei che siano professionali e basate sui fatti. Ci auguriamo che ulteriori ricerche conterranno meno congetture, in modo da evitare speculazioni su ciò che il professor Balding ‘crede’, ‘deduce’ e ‘non può escludere’”. Le inchieste fin qui pubblicate, insomma, non hanno mai dimostra­to un chiaro legame tra Huawei e l’esercito cinese ma, semmai, che esi­sterebbe un’area di sovrapposizione, sfumata e dai contorni poco chia­ri, tra una parte del personale dell’azienda e le forze armate cinesi. Dal canto suo Huawei ha più volte sottolineato come non abbia mai rivela­to informazioni sensibili al governo, né le istituzioni le abbiano in nes­sun caso fatto richiesta di dati appartenenti ai clienti. Nel frattempo, in Cina c’è chi ha ribaltato la questione facendo no­tare alla stampa internazionale che anche negli Stati Uniti esistono, per alcune aziende, molte fonti di finanziamento diverse, comprese quello militare. Propagande incrociate che, nel bel mezzo della nuova guer­ra fredda sino-americana, contribuiscono ad avvelenare il clima tra le due potenze. In un contesto del genere, Huawei continua a consolida­re la propria posizione al di fuori dell’Occidente. Tra i vari traguardi raggiunti, il colosso di Shenzhen è diventato inoltre il principale forni­tore di servizi di telecomunicazioni 4G nell’intera Africa, avendo co­struito oltre il 70% della rete del continente.

https://mowmag.com/?nl=1

More

Xiaomi Su7 è davvero l'auto elettrica del futuro o una copia made in Cina di brand occidentali?

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Doppioni?

Xiaomi Su7 è davvero l'auto elettrica del futuro o una copia made in Cina di brand occidentali?

TikTok è davvero una minaccia per la sicurezza nazionale? Gli Stati Uniti vogliono vietarlo: l’Europa cosa farà?

di Roberto Vivaldelli Roberto Vivaldelli

Terrorismo social

TikTok è davvero una minaccia per la sicurezza nazionale? Gli Stati Uniti vogliono vietarlo: l’Europa cosa farà?

Guerra tra Iran e Israele? Macché, "è una sceneggiata". Parla l'esperta Pegah Moshir Pour, che però lancia un avvertimento: “Russia e Cina non aspettano altro, perché...”

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

RISCHIO CONFLITTO MONDIALE?

Guerra tra Iran e Israele? Macché, "è una sceneggiata". Parla l'esperta Pegah Moshir Pour, che però lancia un avvertimento: “Russia e Cina non aspettano altro, perché...”

Tag

  • Cina
  • Stati Uniti

Top Stories

  • Una settimana con Tucano Urbano Airscud: la terra di mezzo tra libertà e sicurezza

    di Cosimo Curatola

    Una settimana con Tucano Urbano Airscud: la terra di mezzo tra libertà e sicurezza
  • L'intelligenza artificiale Google impazzisce e insulta uno studente: “Sei un peso per la società. Crepa!”. Il chatbot Gemini in guerra contro l'umanità? Gli abbiamo risposto come si deve, e…

    di Jacopo Tona

    L'intelligenza artificiale Google impazzisce e insulta uno studente: “Sei un peso per la società. Crepa!”. Il chatbot Gemini in guerra contro l'umanità? Gli abbiamo risposto come si deve, e…
  • Abbiamo acquistato su Temu, lo abbiamo criticato e la piattaforma di e-commerce ci ha risposto a tutti i dubbi su sfruttamento del lavoro, rischi per la privacy e merce contraffatta

    di Federico Giuliani

    Abbiamo acquistato su Temu, lo abbiamo criticato e la piattaforma di e-commerce ci ha risposto a tutti i dubbi su sfruttamento del lavoro, rischi per la privacy e merce contraffatta
  • Big Luca distrugge Marco Montemagno: "Di marketing non capisce nulla, vi spiego perché..."

    di Marco Ciotola

    Big Luca distrugge Marco Montemagno: "Di marketing non capisce nulla, vi spiego perché..."
  • Ok, ma che caz*o è Remini, l’app che migliora le foto, ti rende giovane (o vecchio) e ti trasporta in un’altra epoca? Ecco come ha superato persino Threads

    di Domenico Agrizzi

    Ok, ma che caz*o è Remini, l’app che migliora le foto, ti rende giovane (o vecchio) e ti trasporta in un’altra epoca? Ecco come ha superato persino Threads
  • Ecco perché Wikipedia italiana è peggiore di quella inglese

    di Marco Ciotola

    Ecco perché Wikipedia italiana è peggiore di quella inglese

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Insta360 ecco la nuova X4: i video a 360° anche in risoluzione 8K, l'ideale per i motociclisti

di Umberto Mongiardini

Insta360 ecco la nuova X4: i video a 360° anche in risoluzione 8K, l'ideale per i motociclisti
Next Next

Insta360 ecco la nuova X4: i video a 360° anche in risoluzione...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy