Ultima seduta di legislatura alla Camera. Decido di uscire dalla Galleria dei Presidenti di Palazzo Montecitorio e, alzando la testa, rimango colpito da alcune gigantografie comparse sul soffitto: si tratta delle foto delle stragi in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Complice la malinconia da ultimo giorno, i luoghi semi deserti, quelle foto storiche inaspettate in quel luogo, in quella posizione, in quel momento hanno avuto l’effetto di un vero e proprio flashback. 30 anni! Sono passati oltre 30 anni da quelle foto. Immagini indelebili per gli Italiani ma tatuate a fuoco per i tantissimi siciliani onesti. Foto che rappresentano l’apice di una escalation di atti di violenza ai danni di parti vitali dello Stato ma anche di persone semplici che aiutavano gli ultimi, come Padre Puglisi. Violenza che investiva lo Stato ma soprattutto i palermitani, non esisteva un cittadino che in quegli non conoscesse personalmente una delle vittime.
Tra quelle due drammatiche foto nella Galleria dei Presidenti passano 50 giorni. 50 giorni di ansia e disperazione o meglio paura dell’oggi e del futuro, che troveranno il loro apice con l’intervista del giudice Antonino Caponnetto a Gianfranco D’Anna, la frase tristemente famosa “è finito tutto”.
Ma invece fu proprio quella violenza e arroganza incontrollata a compattare la nazione intera per combattere e vincere la guerra contro la mafia. Da una parte i criminali che non rispettano leggi, ruoli, famiglie e addirittura i bambini, dall’altra uno Stato ferito ma forte che non fa processi sommari ma costruisce l’Aula Bunker e celebra fino in fondo il “Maxi-processo”. Uno Stato anche dinnanzi ai mostri non dimentica i suoi principi fondanti.
Finito lo stupore ho poi appreso che le foto fanno parte della mostra "A testa alta", che il presidente della Camera Fico inaugura venerdì 30 settembre. Un percorso di gigantografie degli eroi di quella guerra e dei fatti emblematici di quegli anni che sovrasta il visitatore e che appaiono sospese nel vuoto tra il soffitto e la persona.
Un percorso di immagini che racconta il dramma dei siciliani in quegli anni, e lo fa in quel Palazzo emblema e orgoglio dei siciliani onesti. La Camera progettata da due illustri palermitani, l’architetto Ernesto Basile e l’altrettanto geniale imprenditore designer Vittorio Ducrot, che ha curato gli arredi.
Oggi lo Stato ha vinto quella guerra. Il fratello di uno di quei rappresentanti dello Stato, Piersanti Mattarella, è divenuto Presidente della Repubblica; Piero Grasso, il procuratore di Palermo in quegli anni, è stato Presidente del Senato e adesso la mostra più interessante e originale sul tema sarà ospitata alla Camera dei Deputati.
Una mostra interessante in un luogo da visitare, che sarebbe doveroso far visitare ai più giovani e soprattutto ai tanti che hanno deciso di astenersi dal voto.