Il Fatto Quotidiano, diretto da Marco Travaglio, il giorno del ritorno in Italia di Chico Forti aveva fatto un titolo che tuttora sta facendo discutere: “Benvenuto assassino”. Quello che in primis noi di MOW gli abbiamo contestato, è stata la mancanza di coerenza del giornale nella narrazione attorno al caso Forti. Ricordiamo, infatti, che l’allora ministro degli esteri pentastellato Luigi Di Maio aveva provato a farlo rientrare, senza successo, in patria, e che Il Fatto Quotidiano non aveva sollevato simili polemiche. Gli attacchi nei confronti di Travaglio sono arrivati pesantemente anche da Le Iene e da Marco Mazzoli, il fondatore di Lo Zoo di 105 e sostenitore di Forti fin dai primi anni. Il nostro direttore Moreno Pisto in un editoriale gli aveva chiesto di rispondere a una domanda: “Avresti fatto lo stesso titolo se ci fosse stato Di Maio?”. E, finalmente, abbiamo avuto la risposta che volevamo. Anche se...
Nella puntata di Accordi e Disaccordi , programma condotto da Luca Sommi, andata in onda sul Nove il 25 maggio Travaglio, nel suo consueto monologo, dopo la ricostruzione “colpevolista” di Chico Forti ha detto: “Ciascuno naturalmente è libero di dubitare della sua colpevolezza, come tutti i processi indiziari, ma per la giustizia americana Chico Forti è un assassino e ha pure la sfortuna di avere in Italia un ‘Chico Forti fan club’ formato dallo Zoo di 105 e da Le Iene, che nei casi di omicidio sono meglio della Cassazione: quando dicono che uno è innocente è una prova in più che è colpevole. Il 23 dicembre 2020 il ministro degli Esteri Di Maio annuncia un accordo con gli americani per estradare Chico Forti e fargli scontare il resto della pena in Italia. Il Fatto Quotidiano non solo non mette la notizia in prima pagina, ma è il giornale che gli dedica meno spazio: un minuscolo trafiletto a pagina 14. È anonimo perché è tratto dalle agenzie di stampa, riporta le parole di Di Maio e una breve sintesi della vicenda. Poi viene ripreso da tutti i nostri social naturalmente, in mezzo a decine di altre notizie brevi della giornata e morta lì. Poi cade Trump, arriva Biden, l’estradizione di Forti si inceppa, i governi Draghi e Meloni riprendono la trattativa e Forti arriva finalmente in Italia come premio di fedeltà alla Meloni: gli americani glielo riconsegnano in tempo per le elezioni europee. Ma, per tornare Italia, Forti ha dovuto fare ciò che aveva sempre rifiutato di fare prima, e cioè accettare la sentenza di condanna. E la Corte d’Appello di Trento ha dovuto riconoscere la sentenza americana, cosa che ha fatto il 17 aprile su richiesta degli stessi avvocati di Forti”.
“Da quel momento – sottolinea Travaglio – Forti è un assassino non solo per la giustizia americana, ma anche per quella italiana. La Meloni fa due cose che non si sono mai viste, non solo in Italia ma proprio in uno stato di diritto. Primo, manda a prendere Forti con un Falcon 2000 dell’aeronautica Militare, quelli usati per le grandi autorità e la trasvolata dell’omicida la paghiamo noi. Uno scherzetto da 134 mila euro. Secondo, la presidente del Consiglio accoglie Forti all’aeroporto come un Papa, un capo di Stato, un eroe nazionale. Foto, sorrisi, interviste esclusive al Tg1 e al Tg5, in cui Forti fa uno spot elettorale alla Meloni e in cui dice di essere innocente, anche se ha appena riconosciuto la sua sentenza di condanna”.
Prosegue dicendo che quella della Meloni è una “figuraccia mondiale. Gli altri giornali fanno finta di non accorgersene, tranne uno, Il Fatto Quotidiano, che titola in prima pagina ‘Benvenuto assassino’. Apriti cielo, come ci permettiamo di chiamare assassino un assassino. Gli scudi umani meloniani e lo Zoo di Chico Forti scatenano tutte le loro truppe suo social, in televisione, sui giornali. Mediaset lincia Il Fatto in difesa della Meloni e fanno tutti affannose ricerche su Google, perché dicono ‘vuoi vedere che quei grillino di Travaglio aveva beatificato Di Maio, e quindi Forti, e adesso è diventato colpevolista solo perché c’è la Meloni?’. Purtroppo, restano delusi perché io non ho mai scritto una riga sul caso di Chico Forti, non me ne è mai fregato niente, non sono stato mai né colpevolista né innocentista, perché la sentenza l’hanno già fatta le corti della Florida e adesso dell’Italia, fine della storia. Che Forti sconti la pena in America o in Italia non cambia niente, sempre che in Italia lo sconti l’ergastolo, perché in Italia l’ergastolo è finto e tra un paio d’anni Forti sarà libero e bello. Ma siccome non trovano niente su di me, inventano: prendono quel trafiletto a pagina 14 sull’annuncio di Di Maio, lo trasformano in un mio editoriale, per giunta innocentista, non sanno neanche leggere, perché in quel trafiletto non c’è nessun commento. C’è solo la notizia dell’annuncio di Di Maio e una breve sintesi del caso Forti e non riescono nemmeno a distinguere tra un ministro che annuncia l’estradizione di un condannato e una premier che va ad accogliere l’assassino con tutti gli onori”. Ma veniamo alla frase che più di tutte ci interessa: “Se Di Maio, o peggio Conte, lo avessero fatto avremmo titolato allo stesso identico modo, ma naturalmente non l’hanno fatto, e quindi abbiamo titolato con la Meloni”. Parlare a posteriori ovviamente è facile, soprattutto in assenza di controprova, ma quantomeno ora si può dire che ha risposto...