Jorit, in versione Fantozzi, dice “com’è umano Lei” a Putin durante il festival della gioventù a Sochi. Jorit è uno street artist, e la sua arte (per lo più murales con grandi volti – suo è il dipinto dell’astronauta russo Gagarin più grande al mondo) è chiaramente ispirata alla grafica della propaganda russa rivoluzionaria, all’avanguardia nella grafica e nel design, in grandi poster che uscivano dai musei per essere visti in strada, e che seguivano particolari regole per attrarre l’attenzione dei passanti (“dovevano fare fermare un uomo che corre” disse il poeta Vladimir Majakovskij), regole poi saccheggiate dalla pubblicità capitalistica: colori vivaci (il rosso) e immensi volti; confrontate le opere di Jorit con il poster di Adolf Strakhov “Donna emancipata: costruisci il socialismo!”, del 1926, o con “Il peggiore nemico delle donne: tutti devono lottare contro il fascismo”, 1941, di Nina Vatolina. Jorit, abbracciando Putin, umano troppo umano, ha detto: “Voglio mostrare all’Italia che sei un essere umano come tutti e contrastare la propaganda occidentale” facendo così propaganda per Putin. Questa ipocrisia di dirsi “contro” qualcuno per manifestare invece l’essere “a favore” di qualcun altro è un vecchio trucco degli artisti che vogliono apparire in qualche maniera integri. Ma in tempi di guerra esiste qualcosa che non sia in fondo propaganda? L’unica verità della guerra sono i cadaveri. La connessione tra arte e propaganda, purtroppo, ha radici antiche: senza i cosiddetti “mecenati”, maggiori committenti delle opere d’arte, non avremmo avuto i capolavori che invece abbiamo. Ma quelle opere d’arte erano manifestazione della potenza del Signore committente e spesso erano attacchi contro i suoi nemici. La politica lo ha sempre saputo e ha sempre continuato a usare l’arte per fare propaganda.
Jorit è il tipico artista secondo cui “l’arte deve stare dalla parte dei più deboli”, una frase che in qualche modo deresponsabilizza la politica, dovrebbe essere quest’ultima a stare dalla parte dei più deboli invece di limitarsi a pagare commissioni ad artisti che ripetono uno “slogan” che in fin dei conti non serve a nulla (e con “commissioni” intendo commissioni vere e proprie, incarichi di qualche genere, finanziamenti). Andando da Putin, Jorit non ha fatto altro che ripetere questo schema: è forse Putin un debole? Insomma, stando alla narrazione dell’artista Putin sarebbe un umano come tutti e anche deboluccio: io fossi stato in Putin non l’avrei presa benissimo. Ma tant’è. L’arte, in qualche maniera, e parlo di qualunque genere di arte, è sempre immersa in un qualche sistema di potere legato in maniera tentacolare con la politica, un sistema fatto di galleristi, mercanti, assessori alla cultura, sindaci, ministri, direttori di festival vari, case editrici, giornali, produttori cinematografici, agenti, accademia, un sistema che usa l’arte a proprio vantaggio e dentro il quale artisti di ogni genere si pasciono continuando chissà come e chissà perché “contro”.
Potrà mai svincolarsi l’arte dal “potere”? Oramai sono vecchietto e mi verrebbe da dire: “no, non vi conviene”. Anzi, artisti, prendete esempio da Jorit, continuare a vivere beati nella convinzione di fare del bene all’umanità (ma dovrebbe toccare al “potere” farlo, che invece vi sovrasta), continuate a mettervi al servizio di qualcuno, elogiatelo mentre parlate male dei suoi avversari, fate propaganda”. L’arte “vera” dovrebbe essere non contro una delle parti in gioco, ma contro il potere stesso e le sue storture. Ma questo, il potere, non ve lo concederà mai. Anzi, in qualche maniera l’arte è sempre stata lo “scudo umano” del potere. Sentite cosa ha detto Putin a Sochi, a proposito dell’esternazione di Jorit: "Siamo sempre stati ammirati dall'arte italiana e ci ha sempre tenuti vicini. Quella italiana è una grande arte di un grande popolo, questo è evidente. Noi in Russia l'abbiamo sempre considerata così e la consideriamo ancora così”. Perché Putin debba parlare di arte e perché un artista debba legittimare un politico – in quanto artista, sia chiaro, come persona può fare quello che vuole, anche se, come si sa, nel caso degli artisti è difficile separare arte, vita e convincimenti personali – resta un mistero. Un mistero per la logica. Per gli “umani” invece è una cosa del tutto normale.