La puntata di Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti su Rai 3, porta alla ribalta temi caldissimi, intrecciando riflessioni sul passato e sul presente. Nella Giornata della Memoria, l’orrore dell’Olocausto è al centro di un dialogo intenso con lo scrittore Erri De Luca, per ricordare quanto sia cruciale non abbassare la guardia contro le nuove ondate di odio. Ma nel programma anche il dramma delle guerre contemporanee, i crimini contro le popolazioni civili e i nodi della politica internazionale (confronto in studio tra il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, il capogruppo al Senato di Fdi Lucio Malan, la deputata Pd Simona Bonafé, il senatore e segretario di Azione Carlo Calenda e il giornalista Mauro Mazza), tra le ripercussioni delle scelte di Donald Trump, il ruolo di Giorgia Meloni e le polemiche sulla riforma della giustizia.
Focus anche sull’inchiesta Hydra, che scuote il nord Italia e svela i presunti legami tra la mafia siciliana, la ‘ndrangheta e la camorra. Al centro, l'arrestato (dopo due giorni da ricercato) Paolo Aurelio Errante Parrino, 78 anni, ritenuto dagli inquirenti il referente lombardo di Matteo Messina Denaro. Da Giletti una sua intervista esclusiva, realizzata dalla giornalista Chiara Proietti D’Ambra, che ha incontrato l’uomo prima della sua scomparsa. Ecco di seguito i passaggi più significativi.
"Ma secondo lei la mafia qui c'è?", domanda l’intervistatrice.
"Ma che mafia? Che è, una parola che se mangia 'sta mafia?", risponde Errante Parrino con tono sprezzante.
"Non so, cos'è la mafia?" insiste la giornalista.
"Ma che ne so cos'è…" risponde lui, evasivo.
Quando gli viene fatto notare che sembra negare l’esistenza stessa del fenomeno mafioso, ribatte: "Ma come faccio a dire io che, praticamente glielo ho detto, è dal '97 che io, da quando sono uscito, non ho contatti con nessuno e nemmeno ne avevo prima."
L’intervistatrice incalza: "Ma non che lei lo sia. Che esista la mafia…"
E lui, tagliente: "Ma esiste che? La vede in televisione, per questo. Lo dicono là: 'mafia là, mafia là', che è?"
"Eh, per lei la mafia non esiste, questo è il punto."
Errante Parrino conclude: "Mah, per me... Non so nemmeno che cosa sia questa mafia."
Le sue parole, tanto lapidarie quanto surreali, contrastano nettamente con il suo profilo delineato dagli investigatori. Paolo Aurelio Errante Parrino, cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, è ritenuto dagli inquirenti il punto di raccordo per un sistema mafioso lombardo che unisce le principali organizzazioni criminali italiane.
Già condannato per associazione mafiosa, è stato descritto come un "uomo d’onore" della famiglia di Castelvetrano con ruoli di pianificazione strategica. Secondo la Dda, avrebbe trasmesso comunicazioni cruciali a Messina Denaro durante la sua latitanza e gestito affari illeciti nel nord Italia.