Violante Guidotti Bentivoglio, manager di successo e direttore generale della Komen Italia, si racconta in un’intervista a cuore aperto per Il Giornale. Condivide episodi esilaranti, momenti drammatici e riflessioni profonde sulla sua vita accanto a Carlo Calenda, politico e suo marito, ma anche sulla convivenza con il vulcanico Lapo Elkann.
Lapo Elkann, genio e sregolatezza
“Arrivai nella casa dove vivevano Lapo e Carlo, a Modena, in inverno. Fuori nevicava. Ricordo che trovai Lapo a girare per casa in pareo. Dissi: ‘Ma che fai?’ E lui: ‘In questa casa fa un caldo allucinante’”. Violante scoprì presto il motivo: il termostato era fissato a 40 gradi da mesi. “Morivano di caldo e non avevano capito come regolare il riscaldamento.”
Quei quattro mesi di convivenza furono “divertentissimi”, ma non privi di caos. “Lapo era un personaggio straordinario, però naif. Disordinatissimo. Comprava casse di mozzarelle. Lapo e Carlo erano due mine vaganti: non cambiavano le lenzuola.” Violante, però, impose ordine. “Dissi: ‘O vi civilizzate o me ne vado’”.
Montezemolo, il mentore elegante
Se Lapo rappresentava il caos, Luca Cordero di Montezemolo era la personificazione dell’eleganza e del rigore. “Quando Carlo lavorava alla Ferrari, Montezemolo era per noi ‘l’avvocato’. È stato una figura molto importante nella sua vita e, di riflesso, anche nella mia. Portava una visione e un senso di grandezza che lasciava il segno”.
Violante descrive il legame con Carlo Calenda come quello di una “squadra”. Ma non mancano gli aneddoti sui momenti di conflitto. “Recentemente Carlo ha rilasciato un’intervista senza avvertirmi, raccontando fatti personali in modo impreciso. Me lo sono divorato. Ricordo che ero in treno con delle amiche e sono diventata matta”.
Il matrimonio è stato suggellato anche da episodi comici: “Quando Carlo chiese a mia madre il permesso di convivere, lei gli rispose tirando fuori l’agenda e dicendo: ‘E quindi quando?’ In un quarto d’ora aveva già fissato il nostro matrimonio: data, luogo, parroco, catering”.
La lotta contro la malattia
Violante racconta con grande intensità il suo percorso contro la leucemia e il tumore al seno. “Quando te lo dicono, il mondo ti crolla addosso. Non ho avuto tempo di capire: cinque minuti dopo ero ricoverata al Gemelli.” Dopo la chemio e il primo recupero, arrivò la recidiva: “Ho avuto paura, una paura tremenda di non farcela. Camminavo appena, vomitavo, piangevo. Era impossibile addolcire.”
Il supporto della famiglia è stato cruciale: “Carlo si occupava dei nostri figli, mia madre si è presa cura di me come quando ero bambina. Esistevo solo io”.
La malattia ha cambiato Violante, ma non l’ha spezzata. “Non temo più la morte, solo la sofferenza. Dopo averla sfiorata, so che verrà con una grande serenità.” Con il coraggio che l’ha sempre contraddistinta, Violante ha chiesto ai suoi figli di diventare donatori di midollo: “Me lo devono”.