No, il made in Italy nelle quattro ruote ormai pare non esserci (quasi) più. Un concetto che è stato più volte espresso da Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente Ferrari e del vecchio gruppo Fiat, che molte volte si è detto dispiaciuto per l’attuale situazione dell’automotive italiano, e che ha voluto ribadire la sua posizione in occasione della mostra dedicata a Vincenzo Lancia, fondatore dell’omonima casa automobilistica, organizzata nella cornice del parco Amilcare Merlo di Confindustria Cuneo. Per l’occasione sono state messe in mostra alcuni dei modelli più iconici del marchio torinese (oggi parte del Gruppo Stellantis), che l’imprenditore ha voluto osservare uno per uno, dalla Fulvia Coupé con cui gareggiò in un rally nel 1971, alla mitica Zagato. Nonostante la mostra automobilistica, Montezemolo ha voluto anche rilasciare qualche dichiarazione riguardo il settore delle auto rispondendo ad alcune domande dei giornalisti presenti. Per esempio, riguardo l’industria italiana, l’ex braccio destro di Gianni Agnelli ha detto di essere “molto triste. L’Italia non ha più una produzione di auto. Il marchio Lancia si produce ancora ma all’estero come la Seicento (della Fiat, ndr), simbolo della nostra industria nel dopoguerra. Fiat non c’è più, Maserati non c’è più e così Lancia e Magneti Marelli. Nel nostro Paese – ha sottolineato – c’è solo cassa integrazione e stabilimenti vuoi. C’è da indignarsi, ma sento solo un silenzio assordante” (fonte Corriere della Sera). E nemmeno Ferrari si salva…
No, nella visione a dir poco sconsolata di Montezemolo non si salva nemmeno il suo vecchio Cavallino rampante, visto che “oggi – ha detto – Ferrari fa disegnare modelli elettrici a gente che non ha mai progettato auto”. Lo ha affermato mentre osservava le Fulvia Zagato in mostra a Cuneo, aggiungendo che “queste Lancia Fulvia sono vetture che restano capolavori assoluti. Sono felice e commosso”. Una commozione che si trasforma in un sentimento tutt’altro che dolce e positivo quado c’è da parlare delle fabbriche italiane, dove, ha analizzato lo stesso imprenditore, assistiamo a quella che lui definisce una “deindustrializzazione deprimente”. Infine, il Corriere ha voluto chiedere a Montezemolo anche della situazione degli Elkann con l’ultimo caso del sequestro pari a quasi 75 milioni di euro riguardo il caso dell’eredità Agnelli. Anche in questo caso, però, l’ex presidente Fiat si è limitato a commentare che “è tutto molto triste”, senza aggiungere altro.