La più grossa ed importante fiera di collezionismo militare della penisola, Militalia, si tiene ogni anno a Novegro, quartiere periferico di Segrate, dove Gian Giacomo Feltrinelli saltò in aria con un ordigno auto-confezionato su ispirazione della psyop ordita da Federico Umberto D’Amato. Ma questo è un altro discorso. La fiera, dicevamo, attira da tutta Europa collezionisti di uniformi, armi , elmi, libri, cimeli storici provenienti dall'epoca dei conflitti mondiali. C’è pure una sezione dedicata al soft-air, naturalmente, quella meno interessante. Nel Parco Esposizioni di Novegro, poi, per l’occasione si svolgono rievocazioni militari con la sfilata di carri armati, auto d’epoca, eccetera. Militalia è alla 76° edizione, nata nel 1969, l’anno seguente a quello simbolo delle contestazioni che poi sprofondarono negli anni di piombo. Una fiera, quella di Militalia, che negli anni ha attirato su di sé l’attenzione dei grandi giornali e delle loro critiche a proposito dei cimeli venduti, tra cui, in passato, anche divise dei deportati ad Auschwitz ancora sporche di sangue e vendute a caro prezzo. La fiera è stat anche definita dal Bet Magazine della Comunità Ebraica di Milano come un “ritrovo di neonazisti”.
Quest’anno, però, c'è qualcosa di nuovo sul fronte occidentale, anzi, orientale, dato che tra gli stand era presente anche “Militaria Russa”, organizzato dalla signora Nina Strokova. Lo stand in questione tratta di oggetti dell’esercito, marina e aviazione russi. Tra divise e indumenti militari originali, accessori, gadget, manifesti, orologi, binocoli e cannocchiali militari, l’espositrice, su richiesta può anche spedire prodotti particolari “su tutto il territorio nazionale”. Il fatto particolare è che questa signora vende in sostanza oggettistica di propaganda russa. Qualche cimelio storico sì, ma molti oggetti moderni, che ad ogni modo diverranno storici quando la guerra si sarà conclusa, dunque, perché aspettare? Alcuni espositori si dicono allibiti, perché “finché si tratta di un elmetto russo della Seconda guerra mondiale, oppure roba degli anni ’70 è tutto nella norma, ma se poi vendi le spille con la Z della guerra in Ucraina, questo non ha niente a che vedere con il collezionismo storico. Ci sono anche i poster di Putin con il leopardo, cose assurde. Le chiedi qualsiasi cosa, la ordini, e lei te la fa arrivare. Manifesti di Putin, gadget. È assurdo che ci sia questa roba”. Una spilla parte da 5 euro, ci spiega la signora Strokova, originaria di Mosca. Abita in provincia di Monza ed è in Italia da trentadue anni. “Quando sono arrivata c’era ancora la lira italiana, negli anni ’90. Era un’altra Italia, non come oggi. Conosco la storia, ho vissuto più anni qui che in Russia”. Quest’anno lo stand, a parte i commenti di qualche espositore, non ha ricevuto critiche, ma tre o quattro anni fa sì. “Si è avvicinata una signora ucraina e mi ha strappato un poster dalla parete. Ha fatto un po’ di scena. Urlava. Noi non siamo contro l’Ucraina. Siamo per la pace con tutto il mondo. Non abbiamo niente contro nessuno. Sono loro che sono in maggioranza ignoranti, non conoscono la storia e ascoltano chi provoca questo conflitto. Sono un po’ ignoranti. Quelli che hanno studiato la storia, la pensano diversamente. Io conosco tanti ucraini che vivono in Europa, in Italia, che hanno studiato e che stanno dalla parte della Russia. Danno ragione a quello che sta facendo il nostro Presidente. Perché lui non è contro le persone, lui non vuole che ricresca il neo-nazismo. Gli altri, invece, trattano male i russi che vivono in territorio ucraino, per otto anni li hanno perseguitati, bruciati vivi, ammazzati con esplosivi. Solo che qui non se ne parla. In Europa se ne parla poco o niente. È una guerra di disinformazione prima di tutto”. In molti direbbero che queste parole verso gli ucraini sono affermazioni gravissime. “Non tutti sono ignoranti, ma la maggioranza del popolo ucraino è ignorante, perché è cresciuta senza studiare la storia, come l’abbiamo studiata noi negli anni ’80 e ’90. Mi dispiace, perché noi eravamo amici con l’Ucraina, eravamo Unione Sovietica, eravamo un’unica cosa. Pensi che mio figlio è sposato con una ragazza ucraina. Si sono sposati due anni fa, vivono qui in Europa, in Italia. Chi non capisce crede ai cattivi slogan contro la Russia e alle cose brutte che si dicono sul nostro presidente. In realtà lui è una persona onesta, non è uno che parla a vuoto, se dà la sua parola, la mantiene. Non è un quaquaraqua. E poi lui viene da una famiglia povera. È nato povero, non in una famiglia di re. È cresciuto per strada. Dove è arrivato, c’è arrivato soffrendo nella vita, fin da bambino. È molto vicino al popolo. Stringe la mano a qualsiasi bambino, fa regali. A Natale, se un bambino disabile gli scrive, lui risponde alle lettere, mantiene la parola. C’era un bambino che aveva chiesto di poter giocare a hockey con lui, e lui ci ha giocato. Perché è una persona semplice”.
Ma a Militalia non ci sono solo stand filorussi, naturalmente, ma pure quelli per collezionisti e appassionati che vendono divise della Germania nazista e quindi pure delle SS. “È un hobby” continua la signora Strokova. “E poi in Italia per molti anni hanno governato i fascisti, per cui è per questo che oggi a tanti piacciono queste cose. In questa fiera ho visto tanti ragazzi che si travestono, si mettono le uniformi delle SS. Ho anche una foto di qualche anno fa, sono venuti al mio stand, hanno preso il nastro di San Giorgio e l’hanno messo sulla divisa delle SS. Tutto insieme. Perché loro sono appassionati di quelle uniformi, degli anni del fascismo. Però capiscono che la storia, oggi, è anche dalla parte della Russia. Sono molto appassionati. La maggior parte di quelli che vengono al mio stand mi stringono la mano e mi dicono ‘Noi siamo per Putin, sappiamo che Putin salverà il mondo, perché è una persona onesta’. Mi dicono forza Russia, forza Putin”. Quindi, dopo questa testimonianza, sorge spontaneo il dubbio, anche l’organizzazione di Militalia è filo putiniana? “Diciamo che sono persone che capiscono cosa sta succedendo davvero. Quelli che si informano da altri canali, non dalla televisione o dai giornali che raccontano balle. Scusi, non voglio parlare male, ma è così. C’è una verità nascosta, non parlano di quello che succede davvero lì. Nascondono tutto, non vogliono far arrivare la verità al popolo. È un disastro. Mi dispiace per quegli ucraini che non c’entrano niente con questa guerra, che vengono trascinati lì come scudi. Purtroppo però sono morti anche tanti russi. Ogni anno vado a Mosca, passo al cimitero da mio papà e vedo che aumentano le tombe con le bandiere militari, tutti ragazzi giovani. È una guerra brutta. In guerra muoiono sempre i giovani”.