La guerra in Ucraina è molto più di un semplice conflitto regionale. I combattimenti tra Kiev e Mosca fanno ormai parte di una complessa battaglia che si sta svolgendo su un ring mondiale. Dietro agli ucraini c'è infatti l'Occidente più o meno compatto. Sul fronte opposto troviamo invece partner e amici di Vladimir Putin. Desiderosi, non tanto di aiutare il Cremlino nella sua “operazione militare speciale”, quanto piuttosto di sfruttare la situazione per colpire il loro vero rivale, che poi è lo stesso nemico russo: il blocco occidentale. Quindi, no, la guerra in Ucraina non coinvolge solo Zelensky e Putin. Coinvolge noi, gli Stati Uniti e pure la Cina che più volte si è detta estranea alla vicenda. Certo, i soldati di Xi Jinping non sono impegnati nel Donbass, né il governo cinese in quanto tale sta ufficialmente consegnando missili o caccia alla Russia, come invece hanno fatto – e stanno facendo – Regno Unito, Unione europea e Usa con Kiev. E però, come spiega in una lunga inchiesta il Washington Post, la Repubblica Popolare Cinese chiude un occhio, o addirittura entrambi, quando si tratta di frenare gli affari delle sue fabbriche, aziende e società, a quanto pare in prima linea nell'inviare verso Mosca i componenti necessari per costruire i letali droni in fibra ottica: cavi in fibra ottica e batterie agli ioni di litio.

Si dà il caso che, proprio impiegando questi droni, la Russia abbia recentemente acquisito un vantaggio fondamentale sui vari campi di battaglia dell'Ucraina. Bisogna quindi evidenziare un paio di aspetti. Il primo: la Cina, che sostiene di essere neutrale nel conflitto, non lo è poi così tanto, visto che, se è vero che Pechino ha ridotto l'export diretto di velivoli senza pilota già pronti verso la Russia, lo stesso non ha fatto per limitare l'invio di pezzi singoli. Pezzi che le fabbriche russe possono assemblare per costruire armi letali. “(Il sostegno cinese alla Russia ndr) è fondamentale, è cruciale. I cinesi svolgono un ruolo importante”, ha affermato Kateryna Bondar, ricercatrice presso il Center for Strategic and International Studies. Il secondo: l'Occidente sta sostenendo l'Ucraina in maniera ufficiale, ovvero a livello istituzionale e governativo, inviando missili, caccia, carri armati e altre armi, e condividendo con Kiev informazioni di intelligence. Sia Stati Uniti che Unione europea sono però titubanti nel muovere i loro passi: aiutano Zelensky ma temono sempre di superare qualche linea rossa che potrebbe, chissà, far scoppiare la Terza Guerra Mondiale. La verità è che siamo già immersi fino ai capelli, dentro questa fantomatica Terza Guerra Mondiale.

Vale la pena, infine, fare una terza considerazione. La Russia non è affatto isolata come l'abbiamo descritta (“l'hanno descritta”, a dire il vero) fino a oggi. Mosca continua a fare affari con tutto il mondo tranne l'Occidente, quindi la maggior parte del globo togliendo giusto Stati Uniti e Unione europea. Putin, cosa ancor più rilevante, ha stretto una “partnership senza limiti” con la Cina, vende petrolio all'India di Narendra Modi (che un tempo pensavamo fosse dalla nostra parte), gas a Giappone e Corea del Sud (alfieri occidentali nell'Asia-Pacifico), ha stretti legami con i governi di Africa, America Latina e Sud Est Asiatico. E ancora: per quanto riguarda la guerra in Ucraina, Mosca ha ricevuto un importante sostegno militare dalla Corea del Nord di Kim Jong Un, forse dal Laos, dall'Iran e pure dalla Bielorussia di Aleksander Lukashenko. Come si fa a non capire che il conflitto ucraino si è già trasformato nell'anticamera della Terza Guerra Mondiale? La Russia, intanto, continua a esser il cuscinetto che separa l'Occidente dalla Cina. Una volta che crolleranno tutti i muri, allora sì, ci accorgeremo davvero di essere in una guerra mondiale.
